Emiliano al Csm: il divieto per me non vale
Il divieto di iscrizione ai partiti politici imposto ai magistrati in aspettativa e autorizzati a partecipare a una competizione elettorale è solo una grande ipocrisia. È una regola che per loro non può valere, e se valesse sarebbe un controsenso, dal momento che un giudice o un pm che si candida con tanto di «via libera» dell' organo di autogoverno è necessariamente inserito in una lista, quindi schierato con una delle fazioni in lizza, scrive il Corriere della sera. È il cuore della difesa di Michele Emiliano, che domani sarà «processato» dal Consiglio superiore della magistratura (salvo richieste di rinvio dell' ultim' ora) per violazione dell' articolo 3 comma 1 del decreto che regola gli illeciti disciplinari delle toghe, e alla lettera h inibisce «l' iscrizione o la partecipazione a partiti politici, ovvero il coinvolgimento nelle attività di centri politici».