Feltri torna editorialista alla corte di Belpietro
Feltri torna editorialista alla corte di Belpietro A Roma arriva quando gli Angelucci chiudono l’asta
Vittorio Feltri è tornato a Libero. Una carriera con le porte girevoli negli ultimi anni tra il quotidiano da lui fondato e il Giornale a cui era tornato dopo qualche incomprensione con il direttore Belpietro. La prima giornata è trascorsa serena. Ha scritto il suo pezzo e l’ha consegnato al direttore, accompagnandolo con una frase che è tutta un programma: “Valuta tu se pubblicarlo”. Figuriamoci se Feltri non avrà il suo spazio in prima pagina. Probabilmente però non sarà il direttore editoriale di Libero, ma uno degli editorialisti di punta.
Ma per la serie a volte tornano, Feltri è tornato. Belpietro avrà deglutito ma ha aperto il portone. Il 12 maggio Feltri dovrebbe fare la prima apparizione anche al Tempo, il quotidiano romano che – terminato l’iter con l’asta dei compratori – proprio in quelle ore dovrebbe passare agli Angelucci, gli stessi editori di Libero. Prendere Il Tempo è stato sempre il sogno del figlio Giampaolo che questa volta ce l’ha fatta a convincere il padre Antonio, il quale in passato si è sempre opposto a una trattativa con l’allora editore Domenico Bonifaci. Il capostipite della famiglia Angelucci da sempre stravede per Feltri e ora è ben felice di riabbracciarlo. Tra i due quotidiani ci sarà una spartizione del territorio. A Nord il giornale di Belpietro continuerà la sua espansione. Soprattutto nelle zone dove c’è un’alta percentuale di leghisti, che restano i lettori più fedeli e agguerriti di Libero.
A Repubblica, continua castoro sulla notizia, il neo direttore mario calabresi continua a lavorare molto di pubbliche relazioni. Sta tessendo una rete amica intorno al quotidiano fondato da scalfari. Nella sede romana più di qualcuno della squadra del desk centrale si è più volte lamentato per l’assenza del numero uno, che riesce a sparire anche per ore. Anche la redazione di Milano è in subbuglio perché vorrebbe vederlo un po’ più spesso. Ma Calabresi è un direttore che sa muoversi bene anche nell’ombra. Sparisce e riappare.