Governo: No a Lega-5Stelle. Pesa il veto dell'Europa al governo populista - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Governo: No a Lega-5Stelle. Pesa il veto dell'Europa al governo populista

Accettare un governo populista in Italia scatenerebbe un effetto domino in tutto il continente aumentando le forze centrifughe

Avete notato il crescente nervosismo che traspare chiaramente da alcuni giorni dalle dichiarazioni dei cosiddetti leader populisti? Inizialmente, si era pensato alla difficoltà dei due leader, i Di Maio e Salvini, di districarsi tra i diversi forni della politica. Nella realtà, il nervosismo e l'attuale braccio di ferro con Mattarella sulle ipotesi di elezioni e di governo neutrale è collegato ad alcuni aspetti di politica internazionale, di cui gli stessi leader populisti sarebbero venuti a conoscenza di recente, scrive Italia Oggi. Tanto per fare un esempio, con molto tatto, ma altrettanta fermezza, sarebbe stato fatto capire che un governo a guida 5Stelle non sarebbe stato ben visto dall'Europa. Più che di Renzi o del Pd, Di Maio deve quindi temere i veti di Bruxelles. «I rapporti tra i vertici M5S e il Quirinale non sono più quelli di una volta» spiegano fonti grilline. Di Maio aveva fatto tanto, tantissimo, forse anche più del dovuto, per accreditarsi con il Colle già a partire dai mesi passati. «In realtà dal Colle non hanno mai guardato con particolare simpatia ad una soluzione di governo Lega-5Stelle sia con Di Maio che con Salvini premier e probabilmente l'ipotesi di un governo istituzionale, ora chiamato 'neutrale', era quello che si era sempre voluto ottenere, sin dall'inizio».

Per il Colle, Salvini (che non a caso dice di «sperare che dalle parti del Quirinale o dalle parti di Bruxelles o di Berlino o di Parigi qualcuno non faccia telefonate strane») è troppo filorusso e anti europeo mentre Di Maio sconta i veti provenienti dalle cancellerie europee sempre molto attente e influenti quando si tratta di fare i governi in Italia. E poi ci sono i tanti dubbi, le tante cose dette e non dette che sono state analizzate in queste ultime settimane e che riguardano il M5s: sono cambiati sul serio o è solo tattica per arrivare a Palazzo Chigi? Hanno la caratura politica ed istituzionale per guidare un paese complesso come l'Italia? Sono all'altezza del compito?».

Questi, scrive Italia Oggi, sono solo alcuni degli interrogativi che sono stati sollevati nelle scorse settimane in ambienti quirinalizi e questo illumina più di ogni altra cosa perché la candidatura Di Maio non sia andata a buon fine. E sono in molti a ritenere che la disponibilità a un passo indietro data da Di Maio nelle ultime ore e ribadita anche dopo l'ultimo giro di consultazioni al Quirinale («Ho detto chiaramente che io sono disponibile a scegliere assieme a Salvini un premier terzo che possa rappresentare un contratto di governo») sia, in realtà, stato un modo non soltanto per addossare al centrodestra la rottura delle trattative ma anche e soprattutto per mettere il Colle di fronte alle proprie responsabilità. Parlare a nuora (Salvini) perché suocera (Mattarella) intenda: se non sarà stato possibile far nascere un governo dei vincitori delle elezioni tra Lega e M5s, nemmeno dopo l'ufficializzazione al Quirinale del passo indietro da parte del leader 5S, le colpe non saranno da ricercare solo dalle parti di leghisti e grillini.