Il dissesto di Etruria e quei 17 milioni di consulenze irregolari - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Il dissesto di Etruria e quei 17 milioni di consulenze irregolari

In due anni hanno pagato consulenze per oltre 17 milioni di euro. Incarichi esterni - ritenuti in molti casi inutili dagli ispettori di Bankitalia - autorizzati con delibere risultate illegittime o addirittura illecite perché attestavano dati falsi. E ancora «lavori affidati a professionisti diversi, ma che avevano come oggetto la stessa materia».
C' è pure questo tra i documenti allegati alla relazione del liquidatore Giuseppe Santoni per chiedere lo stato di insolvenza di Banca Etruria. Nella battaglia di lunedì mattina tra il commissario e gli ex vertici dell' istituto di fronte al Tribunale di Arezzo che dovrà decidere se accogliere l' istanza, rischia di finire sotto osservazione anche il lavoro dei magistrati che da oltre tre anni indagano sul dissesto.

Le ispezioni ordinate da Palazzo Koch e lo stesso dossier di Santoni evidenziano infatti numerose irregolarità - compiute dai vertici - che non sono mai state contestate.

Come scrive Fioirenza sarzanini sul Corriere della sera, le 102 fatture in 2 anni Tra il 2013 e il 2014 «risultano pagati lavori di consulenza per 17 milioni e e 381 mila euro». Il lavoro degli ispettori evidenzia «varie anomalie» nelle 102 fatture emesse, ma soprattutto «una serie di debolezze di processo» e per questo era stato chiesto ai vertici - l' allora presidente Lorenzo Rosi e i suoi vice Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre della ministra Maria Elena - «il rafforzamento dei presidi per una gestione più puntuale delle spese» che invece non risulta effettuato.

Nelle relazioni di Bankitalia - che danno conto delle ispezioni terminate nel febbraio 2015 con la decisione di commissariare la Banca - appare evidente come nel comportamento dei vertici ci siano gli estremi per procedere penalmente ipotizzando il falso in bilancio, ma soprattutto il reato di aggiotaggio informativo. Una strada che i magistrati guidati dal procuratore Roberto Rossi hanno invece scelto finora di non percorrere, nonostante le sollecitazioni contenute nei dossier.
E proprio su questo si giocherà l' esito dell' udienza di lunedì mattina durante la quale Santoni insisterà sulla necessità di dichiarare lo stato di insolvenza. Evidenziando come la situazione patrimoniale sia stata causata da operazioni di dissipazione che configurano una bancarotta fraudolenta.