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Palazzi & potere
In girum imus nocte et consumimur igni
(fonte Lapresse)

La falena umana ingabbiata nel cerchio produci-consuma si sta scottando e non è più disposta a bruciarsi continuando a girare intorno ad una luce che l’ucciderà.

L’esplosione del conflitto negli Stati Uniti per l’ennesima violenza contro i più poveri sarà come la candeletta per i vecchi motori a gasolio, partirà lentamente ma non si fermerà se non avrà percorso tutto il mondo.

40 milioni di disoccupati negli USA, in Italia un probabile crollo del 13% del PIL che significa 3 milioni di disoccupati in più e non è ancora finita.

Tutti i grandi conflitti sono stati innescati da episodi apparentemente semplici, come Mohamed Bouazizi, il ragazzo che il 4 gennaio 2011 morì dopo essersi dato fuoco a Tunisi, dando inizio a cambiamenti epocali in Nord Africa e Medioriente o come Jan Palach.

Oggi l’intero mondo è pervaso da governi che vogliono imporre il loro ordine e cittadini che non riconoscono questi governi perché hanno compreso che non sono falene e stanno provando ad allontanarsi dalla lampada della società ipercapitalista.

L’ho già scritto il conflitto futuro sarà tra nazionalsocialismo e socialismo democratico ambedue forme totalmente avulse dalla democrazia liberale che conosciamo e su cui sono basati le nostre strutture sociali.

Non è un bene, non è un male, come in un terremoto la tensione tra le placche è ormai al massimo e dovrà essere rilasciata, la sequenza di catastrofi che seguirà non farà sconti a nessuno, le tecnologie di rete, i social anch’essi saranno strumento e saranno travolti dalla marea umana, fisica che si riapproprierà degli spazi fisici di questo mondo. Pseudo intelligenze artificiali e tutto il resto saranno ciarpame per pochi.

L’autunno italiano chiederà a noi tutti di ripensare questo modello sociale, dove scuola, sanità, acqua, luce, gas, trasporti funzionano in modo che chi ne ha più bisogno più viene depredato.

Nel 2025 vedremo un nuovo assetto mondiale, oppure tante dittature, dipenderà dalla capacità dei popoli di riprendere il cammino sul sentiero del proprio destino rifiutando la menzogna che consumare è uguale a vivere.

Nei 60 giorni di lockdown siamo stati più impauriti ma più felici, perché più uomini e donne che falene almeno per me è stato così.

Il titolo di questo “lampo” è una frase latina palindroma che fu usata da Guy Debord come titolo dell’ultimo suo film dove dichiara che il cinema è morto perché le immagini in quanto espressione della società dello spettacolo sono solo menzogna.

Ma per chiudere invece preferisco usare un’altra frase a sottolineare che bisogna essere in allerta su tutto ciò che ci viene regalato o fatto sembrare un dono: Timeo Danaos et dona ferentes (Temi i Greci anche quando portano doni), scritto da Virgilio in riferimento al Cavallo di Troia lasciato in dono sulla spiaggia, perché nulla viene donato neanche dallo Stato, tutto deve essere una conquista quotidiana.

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