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Palazzi & potere
M5s, terremoto in arrivo: è pronto Giuseppe Conte

Nel PD, almeno a parole, non hanno perso la speranza di un "ribaltone" in Umbria anche se off the record la musica è un'altra rivela Dagospia: "Il punto vero sarà capire se i voti tra PD e 5Stelle si sommano oppure si sottraggono". Insomma, al di là del risultato elettorale la cosa più importante sarà capire se i voti tra i due partiti si sommano oppure se PD e 5Stelle si rubano voti a vicenda. Perché in tal caso tutto si complicherà maledettamente. Certo, ieri la manifestazione con Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza è andata piuttosto bene. Buon clima e ottimo il ritorno su giornali e TV. Ma su Matteo Renzi che è riuscito a fare notizia persino senza andare neanche stamattina c'è voglia di parlare. Ancor meno ieri, anche negli incontri riservati tra i 4 leader.

 "Durante il caffè discutevano dei successivi appuntamenti elettorali. Di Renzi nulla. Zero" affermano dagli staff che hanno seguito i 4 leader in ogni situazione. "Renzi va dove lo porta il cuore", ha chiosato Speranza prima di ripartire da Narni. Sul Senatore di Rignano ieri è caduto il silenzio e questo la dice lunga sulla volontà di proseguire l'alleanza con il toscano da parte di PD e 5Stelle: "A livello nazionale ormai non si può più cambiare ma per quanto riguarda le elezioni locali sarà tutto da vedere".

Nessuna replica neanche alle parole del coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato che sempre ieri da Venezia ha affermato: "Alle elezioni in Veneto del 2020 ci saremo, vedremo con chi ci alleremo." Come se l'attuale alleanza che sostiene il governo Conte non fosse scontata. Forse ha ragione Speranza. 'Renzi va dove lo porta il cuore". E se fosse a destra?

Ma a tremare più di tutti in vista del voto, continua Dagospia, è Giggino Di Maio: se il Movimento si fermerà sotto la soglia psicologica del 10% potrebbe partire l'ennesimo redde rationem all'interno dei 5Stelle e stavolta la leadership ne uscirebbe irrimediabilmente ammaccata: non per niente, a quanto trapela, sarebbe stato proprio Di Maio a volere la foto di gruppo con tutta la colazione, per poter poi condividere l'eventuale sconfitta: mal comune mezzo gaudio. Ma le fibrillazioni permangono: e se il 27 sarà sconfitta, la tentazione da parte dei grillini di chiedere aiuto a Conte potrebbe diventare irresistibile.

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