Palazzi & potere
Prescrizione: che fare?

Quello della prescrizione è un tema di primo piano nel dibattito politico in corso che si arricchisce di significati e implicazioni, tutti di grande rilevanza giuridica, che vanno ben oltre la riforma dell’istituto processuale. Lo dimostra il fatto che nel testo unificato sul quale sta per avviarsi la discussione in Commissione giustizia al Senato le proposte generali in materia di prescrizione (tra cui vi è la previsione della sospensione del suo decorso per 2 anni dopo il deposito della sentenza di condanna di primo grado e per 1 anno dopo la sentenza di secondo grado) si intrecciano con il regime particolare che si intende introdurre per i reati di corruzione (termini di prescrizione aumentati della metà) e, ancora, con una serie di interventi - che sono l’asse portante del DDL recante modifiche al cp e al cpp - riguardanti “il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi”.
Questa convergenza di scopi non è casuale e tanto meno terminologica poiché esprime i valori, e al tempo stesso le difficoltà, sottesi al disegno riformatore che Governo e Parlamento stanno portando avanti nella consapevolezza che aumentare i termini di prescrizione non può significare allungare i tempi processuali. È infatti sentita come cogente l’esigenza che qualunque scelta deve essere condotta nel solco del principio costituzionale della ragionevole durata del processo: ciò significa rivedere la disciplina della prescrizione prestando la massima attenzione alle difficoltà di accertamento di reati complessi come la corruzione evitando, però, soluzioni – quanto alla decorrenza e alle cause sospensive e interruttive – che possano arrecare unvulnus all’interesse prioritario del cittadino ad un processo giusto e rapido.
Deve essere chiaro, tuttavia, che al di là della riforma della prescrizione l’effettività della risposta punitiva dello Stato deve dipendere dall’efficacia del processo penale, al quale va restituito il suo ruolo di strumento idoneo a produrre una sentenza in tempi ragionevoli. Per raggiungere questo obiettivo bisogna puntare sul miglioramento dell’organizzazione degli uffici favorendo l’innovazione e completando il passaggio dalla gestione cartacea del processo penale a quella telematica, come è stato fatto per il processo civile. Occorre inoltre favorire investimenti in risorse umane e tecnologiche mirati, per fornire agli uffici gli strumenti necessari per ovviare alle carenze strutturali che allungano i tempi processuali nel passaggio dal primo al secondo grado di giudizio.
COSIMO MARIA FERRI, SOTTOSEGRETARIO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
