Renzi come Craxi: il karakiri sul referendum - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Renzi come Craxi: il karakiri sul referendum

Matteo e Bettino. 17 aprile 2016 e 9 giugno 1991. Due referendum. Due messaggi che si assomigliano. <Astensione sacrosanta>, ripete in queste ore Renzi. <Andate al mare>, disse allora Craxi.  I due si assomigliano. Sanno comandare. Sanno decidere. Hanno gli stessi modi diretti, a tratti aspri.  Ma forse non sanno capire fino in fondo il Paese. Craxi sbagliò i conti e il suo appello a disertare le urne mise in moto il più fragoroso boomerang della storia elettorale italiana. Ora vedremo cosa succederà a Renzi. Ma le ultime scelte del Matteo di Firenze sembrano davvero poco lucide. Per un motivo "alto": è sbagliato per un premier non votato dagli italiani fare campagna per l'astensione. E per un semplice calcolo "basso":  fare campagna per l'astensione sta avendo l'effetto di far crescere l'attesa e se un mese fa volevano votare otto italiani su cento, oggi sono saliti a 35. Insomma è un errore dire andate al mare soprattutto - è il caso delle Trivelle - se in ballo c'è proprio il futuro del mare. A Renzi un'ultima domanda su un altro referendum, quello costituzionale: davvero crede di aver fato bene a trasformarlo in un referendum su Renzi, a dire se perdo lascio Palazzo Chigi e scompaio dalla politica? Anche qui capiremo, ma oramai gli errori sono fatti. E indietro non si torna.

 

Teo

Dietro questo nome si cela uno dei più importanti cronisti parlamentari italiani