"Quando l'Europa stringe un accordo commerciale con un paese pone come condizione primaria il rispetto dei diritti umani. La Russia invece non chiede nulla". Antonio Panzeri, eurodeputato del Pd, a margine della tavola rotonda "Diritti umani: quale ruolo per l'Unione Europea" organizzata dall'Ispi e dal Parlamento europeo, analizza con una intervista ad Affaritaliani.it la situazione in Ucraina. "Nessuno a Bruxelles ha mai pensato di far entrare Kiev nell'Unione. L'Ucraina è un 'paese cuscinetto' tra l'Europa e la Russia. Preserva l'equilibrio fragile della regione". Panzeri però aggiunge: "Non possiamo assistere in maniera passiva a questo condizionamento eccessivo da parte di Putin". E sullo stato dei diritti umani in Europa è critico: "Perfino in paesi come Francia e Italia certi diritti sono messi in discussione. Il problema è che l'Ue non ha gli strumenti per sanzionare chi li viola".

Il 20 novembre il Parlamento Europeo ha assegnato a Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana sfuggita ad un attentato dei talebani, il premio Sakharov in difesa dei diritti umani. Quale ruolo ha l'Unione europea a livello internazionale nella tutela dei diritti fondamentali?
"La carta dei diritti dell'uomo è parte integrante del Trattato europeo e alla base dell'Europa stessa. I principi che sancisce indicano la rotta da seguire sia per quanto riguarda la politica interna comunitaria, sia per quanto concerne quella esterna. La promozione della democrazia e la tutela dei diritti umani sono tratti costitutivi dell'Ue".

Il premio Sakharov è un riconoscimento importante, ma è pur sempre un titolo formale. L'Europa ha degli strumenti concreti per promuovere i diritti umani nel mondo?
"Gli strumenti ci sono e sono sostenuti da finanziamenti importanti. La prossima settimana adegueremo il capitolo relativo ai diritti umani con un budget di un miliardo e mezzo di euro. Quando l'Europa stringe un accordo commerciale o di vicinato pone come condizione primaria il rispetto e la tutela dei diritti umani, anche se spesso ci troviamo difronte a grandi difficoltà".

Quali?
"Su scala internazionale si stanno muovendo dei paesi, come la Russia e la Cina, che non pongono come base delle loro politiche commerciali il tema dei diritti umani. Hanno una linea di non ingerenza rispetto alla vita interna dei singoli stati. E a molti regimi autoritari questo piace. Avere cioè dei partner che offrono ingenti quantità di denaro e che non chiedono nulla in cambio sotto il profilo dei diritti umani".

Anche nel Vecchio Continente la Russia adotta la stessa strategia? Il passo indietro dell'Ucraina rispetto alla stipula del contratto di libero scambio con l'Ue a cosa è dovuto?
"Con l'Ucraina avevamo definito un accordo di libero scambio soddisfacente per entrambe le parti. Per chiuderlo avevamo chiesto in garanzia alcune cose, come la liberazione della Timoshenko. Alla vigilia della stipula c'è stato però un intervento pesante della Russia che ha bloccato tutto agendo sulle forniture del gas al Paese".

premio sakharov
 

Forse se l'Europa avesse rinunciato a certe clausole riguardo ai diritti umani l'accordo si sarebbe potuto stipulare...
"Noi vogliamo favorire un processo di politica di vicinato con l'Ucraina, ma le condizioni sono quelle della tutela dei diritti umani e del rafforzamento delle prerogative democratiche. C'è poi un altro punto. Nessuno a Bruxelles ha mai pensato di far entrare Kiev nell'Unione. L'Ucraina è un Paese che funge da cuscinetto tra l'Europa e la Russia e ci rendiamo conto dell'equilibrio fragile della regione. Ma non possiamo assistere in maniera passiva a questo condizionamento eccessivo da parte di Putin".

Nei paesi dell'Europa orientale facenti parte dell'Ue, il rispetto dei diritti umani è ad un livello soddisfacente?
"L'Europa viene accusata di essere più propensa a spiegare fuori dai suoi confini quali sono le regole per difendere i diritti umani, piuttosto che a farli rispettare al suo interno. Il problema esiste ed è molto serio. Il paradosso è che abbiamo definito tutti i criteri da seguire per i paesi che vogliono aderire all'Unione europea, ma non abbiamo nessuno strumento per sanzionare quei Paesi dell'Ue che violano i diritti".

Ci può fare qualche esempio?
"In Ungheria sono messi in discussione le libertà di espressione dei cittadini, dei media, ma anche le libertà religiose e delle minoranze. E' un problema serio sul quale stiamo riflettendo per decidere una strategia di intervento".

Secondo lei l'Ue si è allargata troppo velocemente senza lasciare il tempo alle giovani repubbliche post-sovietiche di consolidare le proprie democrazie?
"Non credo che l'Europa si sia allargato troppo velocemente. In Croazia, l'ultimo paese entrato nell'Unione, si è tenuto un referendum contro il matrimonio tra omosessuali. Ma in Francia, che pure è una democrazia consolidata e membro fondatore dell'Europa, il governo ha espulso dei rom dal suo territorio. In Italia invece siamo molto carenti per quanto riguarda l'accoglienza dei richiedenti asilo. Il punto centrale è che noi diamo per acquisiti alcuni diritti, mentre questi sono messi in discussione ogni giorno".

Secondo lei quale ruolo ha la crisi economica nel minare le fondamenta dei diritti umani?
"I padri fondatori dell'Europa credevano che bisognasse unire gli stati del continente garantendo pace, sviluppo economico e tutela dei diritti. Se viene meno anche uno solo di questi principi la tenuta dell'Europa è a rischio. I diritti sono una componente essenziale della crescita economica e culturale del continente, non sono un costo. Ed è sbagliato individuare nelle minoranze, come possono essere i rom, gli omosessuali o addirittura le donne, i nemici della crescita".

 twitter@Tommaso5mani

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Politica

Di Tommaso Cinquemani
 

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"Quando l'Europa stringe un accordo commerciale con un paese pone come condizione primaria il rispetto dei diritti umani. La Russia invece non chiede nulla". Antonio Panzeri, eurodeputato del Pd, a margine della tavola rotonda "Diritti umani: quale ruolo per l'Unione Europea" organizzata dall'Ispi e dal Parlamento europeo, analizza con una intervista ad Affaritaliani.it la situazione in Ucraina. "Nessuno a Bruxelles ha mai pensato di far entrare Kiev nell'Unione. L'Ucraina è un 'paese cuscinetto' tra l'Europa e la Russia. Preserva l'equilibrio fragile della regione". Panzeri però aggiunge: "Non possiamo assistere in maniera passiva a questo condizionamento eccessivo da parte di Putin". E sullo stato dei diritti umani in Europa è critico: "Perfino in paesi come Francia e Italia certi diritti sono messi in discussione. Il problema è che l'Ue non ha gli strumenti per sanzionare chi li viola".

Il 20 novembre il Parlamento Europeo ha assegnato a Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana sfuggita ad un attentato dei talebani, il premio Sakharov in difesa dei diritti umani. Quale ruolo ha l'Unione europea a livello internazionale nella tutela dei diritti fondamentali?
"La carta dei diritti dell'uomo è parte integrante del Trattato europeo e alla base dell'Europa stessa. I principi che sancisce indicano la rotta da seguire sia per quanto riguarda la politica interna comunitaria, sia per quanto concerne quella esterna. La promozione della democrazia e la tutela dei diritti umani sono tratti costitutivi dell'Ue".

Il premio Sakharov è un riconoscimento importante, ma è pur sempre un titolo formale. L'Europa ha degli strumenti concreti per promuovere i diritti umani nel mondo?
"Gli strumenti ci sono e sono sostenuti da finanziamenti importanti. La prossima settimana adegueremo il capitolo relativo ai diritti umani con un budget di un miliardo e mezzo di euro. Quando l'Europa stringe un accordo commerciale o di vicinato pone come condizione primaria il rispetto e la tutela dei diritti umani, anche se spesso ci troviamo difronte a grandi difficoltà".

Quali?
"Su scala internazionale si stanno muovendo dei paesi, come la Russia e la Cina, che non pongono come base delle loro politiche commerciali il tema dei diritti umani. Hanno una linea di non ingerenza rispetto alla vita interna dei singoli stati. E a molti regimi autoritari questo piace. Avere cioè dei partner che offrono ingenti quantità di denaro e che non chiedono nulla in cambio sotto il profilo dei diritti umani".

Anche nel Vecchio Continente la Russia adotta la stessa strategia? Il passo indietro dell'Ucraina rispetto alla stipula del contratto di libero scambio con l'Ue a cosa è dovuto?
"Con l'Ucraina avevamo definito un accordo di libero scambio soddisfacente per entrambe le parti. Per chiuderlo avevamo chiesto in garanzia alcune cose, come la liberazione della Timoshenko. Alla vigilia della stipula c'è stato però un intervento pesante della Russia che ha bloccato tutto agendo sulle forniture del gas al Paese".

premio sakharov
 

Forse se l'Europa avesse rinunciato a certe clausole riguardo ai diritti umani l'accordo si sarebbe potuto stipulare...
"Noi vogliamo favorire un processo di politica di vicinato con l'Ucraina, ma le condizioni sono quelle della tutela dei diritti umani e del rafforzamento delle prerogative democratiche. C'è poi un altro punto. Nessuno a Bruxelles ha mai pensato di far entrare Kiev nell'Unione. L'Ucraina è un Paese che funge da cuscinetto tra l'Europa e la Russia e ci rendiamo conto dell'equilibrio fragile della regione. Ma non possiamo assistere in maniera passiva a questo condizionamento eccessivo da parte di Putin".

Nei paesi dell'Europa orientale facenti parte dell'Ue, il rispetto dei diritti umani è ad un livello soddisfacente?
"L'Europa viene accusata di essere più propensa a spiegare fuori dai suoi confini quali sono le regole per difendere i diritti umani, piuttosto che a farli rispettare al suo interno. Il problema esiste ed è molto serio. Il paradosso è che abbiamo definito tutti i criteri da seguire per i paesi che vogliono aderire all'Unione europea, ma non abbiamo nessuno strumento per sanzionare quei Paesi dell'Ue che violano i diritti".

Ci può fare qualche esempio?
"In Ungheria sono messi in discussione le libertà di espressione dei cittadini, dei media, ma anche le libertà religiose e delle minoranze. E' un problema serio sul quale stiamo riflettendo per decidere una strategia di intervento".

Secondo lei l'Ue si è allargata troppo velocemente senza lasciare il tempo alle giovani repubbliche post-sovietiche di consolidare le proprie democrazie?
"Non credo che l'Europa si sia allargato troppo velocemente. In Croazia, l'ultimo paese entrato nell'Unione, si è tenuto un referendum contro il matrimonio tra omosessuali. Ma in Francia, che pure è una democrazia consolidata e membro fondatore dell'Europa, il governo ha espulso dei rom dal suo territorio. In Italia invece siamo molto carenti per quanto riguarda l'accoglienza dei richiedenti asilo. Il punto centrale è che noi diamo per acquisiti alcuni diritti, mentre questi sono messi in discussione ogni giorno".

Secondo lei quale ruolo ha la crisi economica nel minare le fondamenta dei diritti umani?
"I padri fondatori dell'Europa credevano che bisognasse unire gli stati del continente garantendo pace, sviluppo economico e tutela dei diritti. Se viene meno anche uno solo di questi principi la tenuta dell'Europa è a rischio. I diritti sono una componente essenziale della crescita economica e culturale del continente, non sono un costo. Ed è sbagliato individuare nelle minoranze, come possono essere i rom, gli omosessuali o addirittura le donne, i nemici della crescita".

 twitter@Tommaso5mani

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antonio panzeripdeuropadiritti umani
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