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Politica
Scheletri di Bersani: quando boicottò la Bonino per far vincere la Polverini

Dopo la manifestazione in Piazza Santi Apostoli a Roma, che ha visto l'abbraccio fra Pierluigi Bersani, Roberto Speranza e Massimo D'Alema di MdP e Giuliano Pisapia con il suo nuovo progetto "Campo Progressista", in rete si sono scatenate tutte le illazioni possibili e immaginabili sulla potenziale forza elettorale di quella che Matteo Renzi non esiterebbe a definire "accozzaglia" e che gli antirenziani ritengono invece un bocciolo di rinascita della Sinistra. 

Nella sonnacchiosa prima domenica del luglio 2017, tuttavia, riemergono reperti dal passato e precisamente alcune dichiarazioni di Concita De Gregorio risalenti al 2011, che all'epoca fecero molto scalpore e poi sepolte dalla polvere del tempo. Sei anni fa, infatti, l'ex direttrice dell'Unità, durante un evento pisano (l'assemblea nazionale di Tilt, qui il video) sparò a zero sul Pd e sull'allora segretario Pierluigi Bersani accusandolo di aver perduto appositamente le elezioni regionali del 2010 nel Lazio, per far vincere Renata Polverini nel tentativo - poi rivelatosi fallimentare per mille ragioni - di rafforzare Gianfranco Fini, all'epoca ai ferri corti con Silvio Berlusconi e smanioso di creare un proprio progetto politico autonomo. 

In soldoni, il segretario Bersani volle far perdere deliberatamente Emma Bonino alle Regionali del Lazio. E per citare le parole testuali della De Gregorio: "Quando Emma Bonino si autocandidò a Roma per assenza di candidati del centrosinistra, aveva tutte le possibilità di vincere, lo dicevano i sondaggi e le esperienze di vita. Siccome il Pd non sembrava di voler sostenere la candidatura di Bonino, sono andata da un altissimissimo dirigente nella sede del Pd e ho chiesto: Siccome esiste un candidato del centrosinistra ed uno del centrodestra, io vorrei sapere se per caso voi avete deciso di non sostenere questa candidatura. Siccome mi sembra che sia cosi, diciamocelo, è ipocrita e inutile che l'Unità faccia la campagna quando nei circoli del Pd arrivano indicazioni di non fare volantinaggio".

E cosa rispose il misterioso dirigente del Pd a Concita? Semplice: "Mi ha risposto così: A noi questa volta nel Lazio ci conviene perdere. Perché, siccome la Polverini è la candidata di Fini e siccome è l'unica sua candidata della tornata, se vince, Fini si rafforza all'interno della sua posizione critica del centrodestra e, finalmente, si decide a mollare Berlusconi e a fare il terzo polo, insieme a Casini. E noi avremmo le mani libere per allearci con Fini e Casini e andare al governo. Senza ovviamente che gli elettori ci mollino, senza perdere troppo consenso. Perché non saremo noi a condurre questa operazione, noi perdendo oggi daremo solo il via, il resto lo farà la crisi economica".

Una strategia che, con il senno di poi e con la situazione politica di oggi, con Gianfranco Fini scomparso dall'agone politico e Pierferdinando Casini del tutto ridimensionato, non solo appare perdente ma anche paradossale. Oltre a tutto questo, sempre nell'ambito di questo piano dissennato e sempre secondo le rivelazioni di Concita De Gregorio dell'epoca, il Pd bersaniano non appoggiò volutamente le manifestazioni studentesche contro il governo Berlusconi, né il No Berlusconi Day e neanche il referendum del 2011 perché tanto "non avrebbe raggiunto il quorum". 

E poi ci si domanda per quale motivo tanti elettori di Sinistra, in quegli anni, si siano buttati nell'astensionismo o abbiano finito per aderire al Movimento Cinque Stelle tout court...

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