Politica
Inizia l'era Schlein: per la presidenza quasi fatta per Bonaccini ma Prodi...

Tutti i dubbi sul nuovo presidente del partito democratico, carica ora divenuta non più simbolica come in passato...
Per questo sarebbe paradossale per l’emiliano essere defenestrato proprio da Prodi che lo ha sostenuto. Ma la politica è complessa e alla Schlein non mancano capacità analisi e una forte dose di opportunismo. La scelta di Romano Prodi infatti significherebbe non solo pararsi di fronte alle sirene terzopoliste rappresentate da Calenda e Renzi ma anche e soprattutto dare un suggestivo segnale di una rivoluzione nella continuità che potrebbe blindarle il percorso che per i segretari Pd non è mai stato agevole e tutti c’hanno rimesso le penne politiche.
Dunque la suggestione Prodi c’è davvero anche se la candidatura di Bonaccini sarebbe la scelta più facile e soprattutto più ovvia anche per gli importanti equilibri interni in Assemblea. La figura di Prodi garantirebbe alla Schlein una formidabile carica di coesione unendo futuro e passato e soprattutto garantirebbe ai tanti militanti ancora confusi l’assicurazione che il Pd non stia avviandosi ad essere un “grande partito radicale di massa”, un pericolo che potrebbe indurre soprattutto gli ex democristiani a seguire le orme di Beppe Fioroni per lidi ancora incerti ma pragmaticamente significativi.