Pd, troppi galli nel pollaio: Renzi soccombe al duo Gentiloni-Minniti
Salgono nei consensi il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Interni, mentre il segretario dem, dopo il flop referendum, è sempre più appannato
Dramma in casa Pd per Matteo Renzi: Marco Minniti e Paolo Gentiloni gli stanno facendo le scarpe, togliendogli visibilità, consensi, attenzione. I dati ottimistici della ripresa economica premiano il mite e discreto presidente del Consiglio in carica e il successo della politica del freno agli sbarchi ha fatto del ministro degli Interni una specie di supereroe che piace anche alla Destra, quella della Meloni tanto per capirci. In tutto questo, dopo la batosta del referendum e le dimissioni, l'ex enfant prodige della politica italiana sembra invecchiato di vent'anni e aver perso tutto il carisma e l'entusiasmo che lo muovevano.
Sì, rispetto a Gentiloni e Minniti, Renzi sembra un pugile suonato che ha già perso lo slancio ritrovato con la vittoria alle primarie. Nel pollaio Pd ci sono troppi galli, e il segretario inaspettatamente pare soccombere rispetto ai suoi diretti concorrenti. Al punto che sono sempre più numerose le voci contrarie alla sua candidatura a premier nelle prossime elezioni politiche. Molti sperano in un passo indietro che permetta a Gentiloni di riproporsi come eventuale capo del Governo, altri coltivano il sogno di vedere Minniti correre come candidato alla Presidenza del Consiglio. Faide interne e fronde clandestine gufano contro Renzi e perfino ex collaboratori di fiducia poi silurati manovrano segretamente ai suoi danni con piccoli o grandi boicottaggi. La comunicazione del Pd, dopo il totale sbando estivo e le polemiche infuocate, sembra tornata nei ranghi dopo l'arrivo di Matteo Richetti, ma è evidente che il grande comunicatore Renzi ha perso smalto, terreno, mordente e non sa più dove andare a parare.
Pensionati i Nicodemo con i loro discutibili "ciaone" e ridimensionati i "Matteo Renzi News" con il loro approccio grillinissimo alla rete, ora la comunicazione renziana non sa decidersi fra il low profile e la smargiassata toscana e perde la battaglia contro l'elegante sobrietà di Gentiloni e lo scarsicrinito ardimento di Minniti, che salgono nei consensi a discapito dell'ex premier.
Matteo Renzi è dunque ormai "decotto"? Sicuramente può contare sull'esercito dei suoi fans ancor più agguerriti dei grillini, ma senz'altro non bastano i tifosi per (con)vincere, ed è una verità universalmente nota che il segretario Pd non goda di consensi oceanici nell'elettorato non strettamente fedele a lui. Laddove invece Gentiloni e Minniti hanno saputo raccogliere attorno a sé una certa trasversalità di apprezzamenti. Insomma, sarebbe un finale degno di una moderna opera didascalica se il grande rottamatore finisse per essere rottamato a casa propria.