Pizzarotti e il M5s, c'eravamo tanto amati - Affaritaliani.it

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Pizzarotti e il M5s, c'eravamo tanto amati

 

Federico Pizzarotti ha oggi ufficializzato in una conferenza stampa quello che aveva giù detto i giorni scorsi: esce dal Movimento Cinque Stelle e così si consuma il primo vero abbandono di un sindaco, il primo, che aveva conquistato una città importante: Parma.

È altresì significativo che tale abbandono avvenga proprio nel pieno della crisi epocale della giunta di Virginia Raggi, a Roma; una decisione, quella di Pizzarotti, che viene da lontano da quando ci furono, qualche mese fa, dissapori e polemiche con il direttorio ormai sciolto del Movimento stesso.

Ma cosa è successo per giungere proprio ora a questa clamorosa decisione? Pizzarotti appena aveva capito che la Raggi era in grande difficoltà aveva cercato una sponda politica interna con essa, con profferte di “alleanze” in chiave anti-direttorio, ma che la Raggi questa volta scaltramente ha rimandato al mittente provocando l’assoluto e definitivo isolamento del Sindaco di Parma che ormai solo e inascoltato non poteva che uscire dal movimento. Pizzarotti ha parlato di “arrivisti” di cui sarebbe stato preda il partito di Grillo.

Vero. Ma anche prevedibile perché la vicenda sta seguendo il più scontato (e trito) copione di tutti i movimenti populisti: critiche feroci al “sistema” e alla “casta” per poi divenire casta e sistema appena preso il potere.

In questo senso il percorso del M5S è speculare, giova ricordarlo, ad altri due partiti populisti: la Lega Nord e Italia dei Valori.

IdV è probabilmente il partito che più si avvicina al Movimento di Grillo, anzi ne è lo stampino genetico solo che IdV al suo culmine, seppur appesantito da presenze politicamente ingombranti come quella del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, raggiunse il 10% mentre il M5S veleggia sul 30% e costituisce ormai un elemento consolidato del sistema politico italiano.

Tornando al passato, Antonio Di Pietro è stato (ed è tuttora) il padre putativo di Beppe Grillo. Ma se la storia si ripete il comico genovese dovrà fare la massima attenzione a non cadere negli stessi errori dell‘ex magistrato di Mani Pulite soprattutto in termine di una classe politica spesso non all’altezza della situazione. Per ovviare a questa fisiologica “innocenza” ed anche per puntellare i consensi (ma di questo Grillo non ha fortunatamente bisogno) Di Pietro aprì a “signori delle tessere locali”, spesso politici in disarmo, con un minimo di consenso personale che “offrivano” come soldati di ventura al miglio offerente. Poi si è visto come è andata a finire. I segnali di un cedimento in tal senso ci sono tutti.