Poche chance per Letta alla Commissione. D’Alema in pole per la ‘diplomazia europea’
Di Tommaso Cinquemani
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Enrico Letta alla presidenza della Commissione europea? Qualcuno ci sta pensando e anche Matteo Renzi sarebbe favorevole, ma sa che non ha alcuna possibilità di vedere l’ex premier ai vertici dell’Istituzione comunitaria. E sono almeno due le ragioni. Prima di tutto perché Letta non ha partecipato alle elezioni europee e lo spirito del trattato di Lisbona, così come interpretato dall’Europarlamento, chiede che il presidente sia indicato prima delle elezioni. I nomi più quotati infatti sono quelli di Martin Schulz e di Jean Claude Juncker. In secondo luogo perché l’Italia ha già un suo uomo, Mario Draghi, ai vertici della Bce. Né Francia, né Germania, né Gran Bretagna metterebbero le chiavi di due istituzioni così importanti in mano italiana.
Enrico Letta però potrebbe avere buone possibilità di andare a Bruxelles per diventare Commissario, magari alla Giustizia. L’ex premier ha una lunga esperienza di affari comunitari e durante gli anni ha saputo farsi apprezzare a Bruxelles. C’è addirittura chi lo vorrebbe agli Affari economici e monetari, casella fondamentale, che potrebbe essere a portata dell’Italia visti i risultati schiaccianti di queste elezioni.
Mentre scendono le quotazioni di Paolo De Castro alla commissione Agricoltura, sono risalite quelle di Massimo D’Alema. "Non esistono candidature, decide il presidente del Consiglio in base all'interesse del Paese", ha dichiarato proprio D'Alema. "Renzi ha la delega piena per capitalizzare il risultato elettorale e sceglierà le persone più adatte". In molti dentro il Pd vorrebbero vederlo come nuovo Alto rappresentate per gli Affari esteri, il ruolo oggi ricoperto dalla britannica Catherine Ashton. Un ruolo di rilevanza, specie ora che il servizio diplomatico europeo sta prendendo piede e che l’Europa, nolente o volente, dovrà porsi come un unicum sullo scacchiere internazionale.