Politica

Ponte, Sx in procura contro Salvini. Ma sulle fonti rinnovabili silenzio

Di Giuseppe Vatinno

Esposto di Bonelli, Fratoianni e Schlein

Sugli incentivi a pioggia sulle fonti rinnovabili si tace. Quando la sinistra fece cadere Prodi

 

Ieri abbiamo assistito ad una scena indicativa dei tempi attuali: Bonelli, Fratoianni e la Schlein hanno presentato un esposto in procura contro Salvini e il progetto del Ponte di Messina.

«il progetto del Ponte è sbagliato, anacronistico, dannoso e dispendioso;

il governo e la società Ponte sullo stretto non hanno reso pubblici documenti fondamentali per capire l’entità del progetto e le procedure; la relazione sul progetto è stata negata ai parlamentari, adducendo che sono riservati e segreti, eppure impegnano lo Stato per 14,6 miliardi di euro». 

Al che il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha prontamente replicato:

"Il partito dei no è senza vergogna: non vincono nelle urne e allora usano i tribunali provando a fermare un’opera che porterà lavoro, sviluppo e crescita per Sicilia, Calabria e tutto il Paese. La sinistra se ne faccia una ragione: il Ponte si farà e sarà un vanto per tutta Italia. Avanti tutta".

Invece il più furbo Conte pur non essendo d’accordo sul progetto non ha firmato:

«Noi siamo contrari a questo progetto, che non ha senso se non realizziamo le infrastrutture che servono alla Sicilia e alla Calabria e non ha senso in questo momento definanziare tanti progetti, addirittura togliere Fondi di coesione essenziali per lo sviluppo di Sicilia e Calabria, per destinarli ad un’unica struttura che poi sappiamo che non si farà».

Tornando alla “triplice” si può affermare che il famoso Ponte sullo Stretto di Messina è un’occasione da non perdere per fare un po’ di casino populista verde ricorrendo alla solita arma della sinistra e cioè il ricorso giudiziario, un modo ben noto di fare “politica” in modo alternativo senza passare per il giudizio degli elettori.

Ma è proprio il ricorso a questi mezzucci di inciampo, chiamiamoli così, la cartina di tornasole che mostra a che livello si sia degradata la politica nel tentavo patetico di racimolare qualche volto per le elezioni Europee.

Non si vince nelle urne, si è umiliati dagli elettori ma invece di fare autocritica ci si rivolge ai magistrati. Vizio del resto che hanno anche i giornalisti di sinistra che quando hanno giornalisti di destra che dicono la verità e si distaccano dal politically correct fanno esposti all’Ordine contro i loro colleghi trovando spesso sponde complici.

È il marchio di fabbrica della sinistra e poco ci si può fare ma è appunto anche il segno della inaffidabilità di un “prodotto politico” che è sorretto solo dalla ideologia e che non tiene minimamente conto della realtà sociale ed economica.

Si attacca il Ponte ma non si indaga sugli incentivi a pioggia dati dai governi del centro – sinistra alle fonti rinnovabili che hanno drogato il mercato per anni e hanno attirato gli appetiti mafiosi proprio al sud e specificatamente in Calabria e Sicilia, per quanto riguarda il solare fotovoltaico e quello termodinamico.

Ma l’azione degli ecologisti fanatici si esplicitò anche contro lo stesso centro-sinistra quando fu impallinato il progetto del Ponte che il ministro delle Infrastrutture di allora, Antonio Di Pietro, stava portando avanti.

Ci fu una levata di scudi che costrinse il pragmatico Prodi a chiudere il progetto dopo aver speso già soldi e stanziato finanziamenti.

Poi si sa come andò a finire; per ricompensare il premier bolognese lo impallinarono due volte facendo cadere il governo.

Nulla di nuovo sotto il sole.