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Politica
Primarie Pd sondaggio, vince Zingaretti con il 51%. Affluenza flop: un milione
LaPresse

Nicola Zingaretti vincerà le primarie del Partito Democratico in programma domenica 3 marzo con il 51% dei voti, appena sufficiente per evitare che il nuovo segretario venga deciso dall'assemblea. Sono le stime personali del sondaggista Nicola Piepoli per Affaritaliani.it. Maurizio Martina arriverà in seconda posizione con il 40% dei consensi. Molto lontano Roberto Giachetti, fermo al 9%. Ai gazebo, secondo Piepoli, un numero relativamente basso di elettori del Pd. La stima sull'affluenza non va oltre quota un milione.

CONVENZIONE NAZIONALE PD - Zingaretti: "No ad alleanze con il M5S". Martina: "Sfiduciare Salvini". Giachetti: "Il partito è vivo, altro che macerie". Calenda attacca le divisioni interne. Boccia: sto con Zingaretti

Sono Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti i tre candidati che parteciperanno alle primarie del Pd il 3 marzo. Lo ha annunciato Gianni Dal Moro, presidente della Commissione Congresso del Pd alla Convenzione nazionale del partito a Roma.

Dal Moro ha riferito l’esito delle votazioni degli iscritti nei circoli: Zingaretti è il candidato più votato con 88.918 voti, pari al 47,38%. Martina ha ricevuto 67.749 voti pari al 36,10% dei voti, Giachetti 20.887 voti pari all’11,13% degli iscritti. Alla Convenzione che si sta svolgendo all’hotel Ergife, Martina e Matteo Richetti, che corrono in tandem, si sono presentati con una maglietta con la scritta «Siamo somma, non divisione».

Pd: Boccia, a 7 mila che mi hanno votato chiedo di sostenere Zingaretti - "Chiedo ai 7 mila iscritti che mi hanno votato di sostenere Zingaretti alle primarie Pd". Lo ha detto Francesco Boccia intervenendo alla convenzione del Partito Democratico.
"Torniamo a occuaparci di lavoro, dei nuovi lavori nati con il capitalismo digitale, dei nuovi lavori a cottimo che non siamo riusciti a intercettare in tempo. L'eliminazione del caporalato digitale deve essere una battaglia costante del nuovo Partito Democratico. Il PD deve farsi portavoce di un nuovo stato sociale che fa di scuola, lavoro e ambiente il perno delle sue politiche". Così Francesco Boccia, deputato, intervenendo alla convenzione del Partito Democratico.

Nel suo discorso Martina attacca il vicepremier Salvini sul caso Diciotti e sulle politiche in materia di immigrazione: «È arrivato il momento di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Interno in Parlamento. Sono questi i miei avversari e il Pd che propongo è il Pd che costruisce l’alternativa a tutto questo con forza, fame di futuro e orgoglio».

A rincarare la dose, Nicola Zingaretti che chiede a Savini, dopo le ultime vicende legate ai salvataggi della Sea Watch, di rimanere in silenzio: «Siamo arrivati al limite, quando si rinuncia a tendere la mano a 40 persone che ti chiedono aiuto non è in discussione la sicurezza: stia zitto il ministro Salvini».

Martina nel suo intervento ha voluto rimarcare la sua posizione “inclusiva”: stop alle divisioni. «Amici, compagni, questo non è un congresso normale, ci giochiamo il futuro del Paese - ha spiegato Martina - In troppi scommettono sul fallimento del Pd, in troppi sperano che l’alternativa nasca dalle ceneri del Pd. Io dico di no. La vera funzione di un partito dipende dal rapporto che ha con i Paese. Il congresso è il momento dell’unità; l’unità non la inventi il giorno dopo se l’hai minata prima, se non riesci prima a dire che siamo una sola cosa. O teniamo insieme le diversità o diventiamo un piccolo partito. Voglio fare un congresso sul futuro, non su rancori o rivincite. Non faccio opposizione ai nostri governi per battere Salvini».

Zingaretti: "No ad alleanze con il M5S"Nicola Zingaretti ha escluso, per il futuro, possibili collegamenti con i pentastellati: «Non intendo favorire alleanze con M5s, li ho battuti due volte. Li sconfiggesse chi mi accusa di questo. Se la Lega è un monolite di odio, c’è un elettorato di M5s che è un coacervo di tutto e il contrario di tutti. Molti erano nostri elettori, non possiamo ignorarli. Andiamo, piantiamola con le caricature. Altro che accordi o scioglierci».

Giachetti: "Difendo il lavoro di Gentiloni che non sta con me"«Io e Anna abbiamo presentato una mozione che sintetizza quello che abbiamo sempre detto. Non voglio essere divisivo ma il tema di una mozione che ha tutto e il contrario di tutto non riguarda noi. Una mozione appoggiata da chi ha appoggiato Jobs Act e chi lo vuole cancellare, con dentro Minniti e chi lo considera uno schiavista, con Gentiloni e chi considera il suo operato senza appello, non riguarda me. E io penso che dobbiamo dirci le cose come stanno. Mi rivolgo a Gentiloni, Franceschini, Madia. Noi difendiamo e rivendichiamo il lavoro fatto in cinque anni. Non stavamo noi al governo a fare riforme che rimarranno nella storia del Paese. E noi vogliamo andare avanti sulla vostra strada che qualcuno nelle mozioni che voi appoggiate vogliono cancellare».

Calenda neroCarlo Calenda arriva a sorpresa alla Convenzione Nazionale del Partito democratico: scarpe da ginnastica e pullover, ma gli intenti sono bellicosi. L’ideatore di “Siamo Europei”, il manifesto anti sovranista che mira a mettere insieme gli europeisti del Pd e non solo, non è affatto contento del documento presentato da Patrizia Toia a nome dei parlamentari europei. L’ex ministro lo scrive in un Tweet: «Se il documento dei parlamentari europei Pd rimaneggiato nelle ultime ore da Goffredo Bettini si confermerà nei contenuti come un’operazione costruita contro Siamo Europei ne prenderò atto. Non possiamo combattere su 10 fronti», sottolinea Calenda.

Pd: Calenda, raccolta firme 'Siamo Europei' sconta divisioni interne"Possiamo fare un grande training autogeno oggi, ma c'e' un grandissimo problema di credibilita' politica nel nostro partito. Ci sono momenti della storia in cui ci si puo' permettere una battaglia per la identita', altri in cui va difesa la missione di un movimento". Lo ha detto Carlo Calenda intervenendo alla Convenzione del pd in corso a Roma. "Noi possiamo scegliere oggi di rinchiuderci nella nostra identita' o scegliere di combattere per la nostra missione e la nostra missione e' costruire un fronte largo a difesa dell'Europa. Ci muoviamo contro la corrente della storia, le minacce di cui abbiamo parlato sono molto piu' grandi di quanto sembra, il progresso e' andato piu' avanti di quanto lo abbia fatto la societa'. Questo e' un problema ed una sfida intellettualmente stimolante". Poi, Calenda ha lanciato la proposta di utilizzare le primarie anche per chiamare militanti ed elettori a sottoscrivere il suo manifesto europeo: "Al manifesto si sono iscritte 150 mila persone. Sono contento: ma Salvini a raccogliere 150 mila persone sul sito 'Io sto con Salvini' ci ha messo tre ore, noi tre settimane. Perche' passiamo il tempo a litigare fra noi. Io capisco che tutto questo si innesta con fratture, rancori, divisioni. ma adesso basta. Anche basta. Salvini ha fatto 150 mila iscrizioni nel giro di tre ore. Da adesso in poi mobilitiamoci per far sottoscrivere Siamo Europei. E' vero, oggi siamo minoranza, sembriamo sconfitti dalla storia, ma siamo sconfitti perche' non c'e' una offerta e non perche' loro sono forti".

PD: TOIA, 'CONTRO CALENDA? NOSTRO DOCUMENTO NON E' CONTRO NESSUNO'"Capisco l'ego ma il nostro documento non è contro Calenda, non è contro nessuno. Anzi, diversi eurodeputati hanno pure sottoscritto il manifesto di Calenda...". . Patrizia Toia, capodelegazione Pd a Straburgo, parla così all'Adnkronos del documento degli eurodeputati dem presentato oggi alla Convenzione nazionale all'Ergife e che ha suscitato le perplessità di Carlo Calenda che, via twitter, si è chiesto se si trattasse di "un'operazione costruita contro #SiamoEuropei". "Il nostro documento -argomenta Toia- lo abbiamo ideato due mesi fà, quando il Manifesto di Calenda ancora non esisteva. Non sono due documenti da mettere uno contro l'altro e spero che Calenda lo abbia compreso visto che io stessa dal palco, ma anche i candidati hanno tutti apprezzato la sua iniziativa". Toia puntualizza che il documento non è ascrivibile a una delle mozioni congressuali sebbene proprio Calenda sui social lo abbia attribuito a Goffredo Bettini, sostenitore di Nicola Zingaretti. "Bettini? Il documento lo abbiamo studiato e limato tutti insieme. Tutti hanno dato un loro contributo, un loro spunto. Anzi, alla fine, in accordo con Goffredo abbiamo emendato anche alcuni passaggi che aveva suggerito... Il punto è che non si tratta di documenti contrapposti. Noi siamo partiti prima, due mesi fa, quando abbiamo deciso di scrivere un documento anche per valorizzare il lavoro che abbiamo fatto in questi anni a Strasburgo e che potesse essere un contributo. E credo che la nostra e quella di Calenda siano proposte assolutamente conciliabili nei contenuti. Poi su come si andrà alle europee, non sta a me dirlo. C'è un congresso e il nuovo gruppo dirigente farà le sue proposte".  

«Solo per doverosa chiarezza. Io sto con Carlo Calenda - Ha twittato Matteo Richetti - Il Pd non deve sconfiggere solo le divisioni ma anche una inaccettabile dose di ambiguità». Giachetti spiega: «Io ho aderito all’appello di Calenda e a quello del gruppo del parlamento europeo e non esiste quello che ho letto stamattina e che i candidati firmerebbero l’appello dei parlamentari Ue perché così si smonta il manifesto di Calenda. A Calenda dico: i due testi non stanno agli antipodi».

Zingaretti ribadisce di appoggiare le tesi fondamentali del manifesto: «Io penso non sia antico ma modernissimo dire che dobbiamo ripartire dal tenace sforzo di accorciare le distanze tra chi ha troppo e chi non ha nulla. Per questo dobbiamo costruire un buon futuro, contro l’empatia dell’odio costruire l’empatia della giustizia, rompendo lo schema per cui una grossa fetta di popolazione rimane indietro. Per fare questo servono nuove politiche e nuova Europa. L’Europa è fiaccata da tanti errori, per difenderla dobbiamo rifondarla, come scritto nel manifesto di Carlo Calenda, uno straordinario contributo alla sfida che abbiamo davanti».

 

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