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Politica
Processi più brevi, ma (caso Vannini) garantire la presunzione di innocenza

Di Pietro Mancini

Il Presidente del Consiglio, prof. Giuseppe Conte, ha detto: “Non chiedetemi se sono garantista o giustizialista. Queste contrapposizioni manichee vanno bene per i titoli dei giornali”. 

Il giustizialismo è una patologia. Il fatto che il premier, avvocato e docente universitario di diritto, non colga la differenza, non è confortante non solo per gli avvocati, per tutti i cittadini. E neppure per i magistrati più autorevoli, come il Procuratore di Catanzaro, Gratteri, che ha bocciato Conte e la maggioranza : "L'accordo sulla prescrizione è una mediazione al ribasso".

Il capo del governo, come i ministri, ha giurato, davanti al Capo dello Stato, di rispettare la Costituzione che, all'articolo 27, comma 2, prevede : «L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».
I 75 Padri Costituenti discussero formulazioni più garantiste come quella proposta dal sen. Pietro Mancini, mio nonno : “L'innocenza dell'imputato è presunta fino alla condanna definitiva».

Alla fine, il comma fu lievemente modificato. Ma venne, comunque, introdotta una forma di garanzia della libertà individuale come  impedimento di quell'arbitrio, che si potrebbe verificare, qualora l'imputato o arrestato o detenuto fosse già qualificato come colpevole. 

Una vicenda attuale e molto discussa, quella dell’omicidio del giovane Marco Vannini, ha chiarito come sia indispensabile attendere la sentenza della Cassazione per garantire un giusto ed equilibrato processo agli imputati e alle parti civili.

Le toghe d’ermellino hanno accolto i ricorsi del Pg e dei familiari del defunto, secondo cui l’imputato, Ciontoli, commise un omicidio volontario. In Appello, invece, i giudici, avevano condannato il padre della fidanzata della vittima a 5 anni per omicidio colposo.

Questo caso, più di tante discussioni astratte, chiarisce che occorre rendere meno lunghi i processi. Ma, finché non si sia pronunciata la Suprema Corte, la presunzione di innocenza deve rimanere per significare che, solo quando si sono esperite tutte le forme, volute dalla Costituzione, un cittadino possa essere ritenuto colpevole.

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