Politica
Raggi-Gualtieri, lite quotidiana. “Campo largo” impossibile a Roma
Torna l’accordo tra M5S e Pd. Peccato che...
In sottofondo la vicenda del termovalorizzatore che fece cadere il governo Draghi
Ritorna il “campo larghissimo”, anzi “largo”, diciamo il “campo” va e facciamo prima e rischiamo meno.
Il “campo dei miracoli” di collodiana memoria che per i pinocchi della politica deve portare voti contro l’orrida destra “fassista”.
I Cinque Stelle nazionali sono in subbuglio per il ritorno di amorosi sensi con quello che il fondatore Beppe Grillo definiva beffardamente il “PdL-L” e che adesso sembra destinato a diventare un alleato perpetuo per sconfiggere la destra, con cui, peraltro, Giuseppe Conte aveva già governato con il cosiddetto governo giallo-verde.
Ma lo spettacolo vero, quello che deve essere consumato con i popcorn di ordinanza, andrà in onda a Roma, dove al sindaco Gualtieri c’è l’opposizione “dura e pura” di Virginia Raggi, che proprio da Gualtieri fu sconfitta e umiliata, con i cittadini romani che l’hanno giustamente punita per il suo governo della città. Non era mai successo che un sindaco arrivasse ultimo e questo dice tutto sul rapporto tra la grillina e i romani.
Da quando Roberto Gualtieri è stato rieletto non è passato giorno che la Raggi non abbia polemizzato molte volte pretestuosamente con lui, quasi che la sua unica ragione di essere fosse stata quella di impallinare il sindaco e il Partito democratico per l’affronto elettorale subito.
Ora i Cinque Stelle ci hanno abituato a tutto: hanno governato con la destra nel governo giallo – verde, con la sinistra nel governo giallo – rosso e con Mario Draghi nel governo arcobaleno. L’unica costante è stata sempre la presenza di Giuseppe Conte indubbiamente assai abile a restare sempre a galla.
Ma la vittoria di Alessandra Todde in Sardegna ha scompaginato tutti i piani. Seppure i Cinque Stelle abbiano subito una sconfitta elettorale la loro candidata ha vinto e così si è rilanciato il “campo largo”, cioè l’alleanza strutturale Pd e Cinque Stelle, con Calenda che cerca disperatamente d’entrare “ma anche no”.
Ma torniamo a Roma.
Cosa succederà ai rapporti già tesissimi come una corda di violino tra la Raggi e Gualtieri?
L’ennesima capriola di Conti va a mettere in grande difficoltà l’ex sindaca che ora deve filare d’amore e d’accordo con colui il quale l’ha battuta e umiliata elettoralmente. Come dicevamo non passa giorno che la Raggi attacchi Gualtieri su tutto ma in particolare sul famoso termovalorizzatore che fu poi la causa della caduta del governo Draghi.
Ora quindi che succederà? I due si vedranno mano nella mano passeggiare romanticamente nella primavera romana all’ombra della luna e sotto il Colosseo?
O vedremo qualcosa simile al clamoroso retromarcia che fece la Raggi sullo Stadio della Roma a Tor di Valle, avversato in campagna elettorale e poi divenuto suo baluardo? Una vicenda che, ricordiamolo, affossò definitivamente il povero presidente della Roma James Pallotta che era venuto a Roma solo per fare lo Stadio (infatti non ha vinto niente) e che invece fece la fine dell’incauto americano a cui il grande Totò riuscì a vendere la Fontana di Trevi.
Ci rimise un sacco di soldi e non ottenne nulla.
Vedremo ora una riconversione dei Cinque Stelle romani pro termovalorizzatore? Oppure stoicamente la Raggi continuerà a impallinare Gualtieri anche con una certa sadica soddisfazione di fare un dispetto a Conte?
Non lo possiamo sapere, ma siamo certi che lo spettacolo è assicurato.