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Politica
Rai-Radio Radicale, maggioranza divisa. Su Foa salta l'accordo tra M5S e Lega

Maggioranza spaccata in Parlamento. Salta l'accordo fra Lega e M5s in Commissione di Vigilanza sul doppio incarico di Marcello Foa a presidente di Rai e Rai Com. E l'alleanza di governo si spacca anche sul salvataggio di Radio Radicale in Commissione Bilancio della Camera.

La seduta della Commissione convocata alle 8 è stata sospesa, concludendosi con un nulla di fatto su Foa. Se ne riparlerà la prossima settimana. La seduta è partita male, con i 5 Stelle divisi a litigare fuori dell'aula e l'inizio dei lavori in ritardo. Se prima di entrare a palazzo San Macuto, il gruppo M5s aveva deciso di votare a favore dell'emendamento della Lega, una volta saliti in ascensore poi hanno cambiato idea.

La seduta è stata, quindi, sospesa per 20 minuti perché la maggioranza non era presente e mancava il numero legale. Il gruppo M5s a quel punto è rientrato in Aula dicendo che avrebbe votato l'emendamento originale della Lega, ma dopo 30 secondi ha nuovamente cambiato idea ed è uscito dall'Aula. Di qui una nuova sospensione della seduta per mancanza del numero legale e le proteste di tutti gli altri commissari della Vigilanza.

Secco il commento di Michele Anzaldi, componente del Pd della Vigilanza: "Vigilanza Rai: M5s-Lega divisi su Foa fanno saltare ancora seduta. Parlamento bloccato e umiliato, maggioranza per lavorare non c'è più: uniti solo da arroganza contro istituzioni colleghi e funzionari. Stupefacente che colleghi come Di Nicola e Paragone si accodino a tale vergogna".

Passa nelle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera un emendamento del Pd (a firma Sensi e Giachetti) per 'salvare' Radio Radicale con un finanziamento di altri 3 milioni per il 2019. Il testo è stato riformulato, spiegano i dem, su proposta della Lega ma il governo con il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, ha dato parere contrario. Hanno votato a favore la Lega e tutti gli altri partiti, mentre il Movimento 5 Stelle ha votato contro. La misura punta a favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi.

Editoria: Di Maio, altri soldi a Radio Radicale cosa gravissima, Lega dovra' rispondere ai cittadini - Il vicepremier, Luigi Di Maio, scrive su Facebook che "oggi la maggioranza di governo si e' spaccata, per la prima volta. E' stato cosi', e' inutile nasconderlo. Si e' spaccata su una proposta presentata dai renziani del Pd che prevede di regalare altri 3 milioni di euro di soldi pubblici, soldi delle vostre tasse, a Radio Radicale. La Lega ha votato a favore (insieme a Forza Italia), con mia grande sorpresa. Il Movimento cinque stelle ha ovviamente votato contro. Negli anni sono stati dati circa 250 milioni di euro di soldi pubblici a Radio Radicale, che e' una radio privata. Ripeto: 250 milioni di euro di soldi pubblici. Eppure, non si sa come", continua il capo politico pentastellato, "Radio Radicale oggi dice che gliene servono altri. In questi casi chi fa politica dovrebbe farsi alcune domande: dove sono finiti questi 250 milioni? Che ci hanno fatto? Perche' sono stati dati tutti questi soldi a un'azienda privata? E invece no. Invece siamo arrivati al paradosso secondo cui, dopo aver stanziato nuovamente per il 2019 ben 9 milioni di euro (gia' questo per noi e' assurdo), oggi il Pd ne ha persino chiesti altri 3 (4 milioni anche per il 2020). E tutti i partiti, compresa la Lega, gli hanno detto di si', hanno votato per regalare altri soldi delle vostre tasse a una radio privata. Secondo noi e' una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovra' rispondere davanti ai cittadini. Sono franco", afferma il vicepresidente del Consiglio, "dovra' spiegare perche' ha appoggiato questa indecente proposta del Pd. Dopo di che si va avanti, perche' siamo persone serie, ma e' giusto che i cittadini sappiano che questo regalo a Radio Radicale e' contenuto nel decreto Crescita".Di Maio aggiunge che nel decreto Crescita "noi abbiamo previsto: circa 2 miliardi per le imprese; la riduzione progressiva dell'Ires per le aziende e deducibilita' dell'Imu sui capannoni (fino al 70%); incentivi fiscali per i ricercatori e i lavoratori che rientrano dall'estero; agevolazioni per i condomini che sceglieranno di riqualificare dal punto di vista energetico il loro edificio. E poi, cari cittadini, troverete anche 3 milioni di euro in piu' delle vostre tasse donati a Radio Radicale, una radio privata che ospita giornalisti con stipendi da capogiro di anche 100 mila euro l'anno. Tutti pagati con i vostri e i nostri soldi, da sempre. Il Movimento cinque stelle", prosegue l'esponente dell'esecutivo, "avrebbe voluto mettere fine a questa indecenza. I partiti si sono messi di traverso. Ora avete tutte le informazioni del caso. Fatevi la vostra idea. Un saluto a tutte le radio italiane che ogni giorno, con sacrifici e grandi difficolta', si danno da fare - senza soldi pubblici - per offrire un servizio importante e pluralista all'Italia".

Radio Radicale: Salvini, non si chiude con tratto di penna - "Io ho sempre detto che non si chiude una radio, un giornale, una televisione con un emendamento o un tratto di penna: bisogna lasciare tempo e rispettare il lavoro fatto". Cosi' Matteo Salvini commenta la vicenda di Radio radicale che ha spaccato la maggioranza. Con Di Maio, che parla di un episodio gravissimo, "chiariremo tutto - aggiunge Salvini - anche in questo caso".

Vito Crimi, sottosegretario M5s con delega all’editoria, ha invece commentato: "Prendo atto che oggi la Lega ha votato insieme al Pd per dare altri 7 milioni di euro a Radio Radicale, che si aggiungono ai 9 milioni già stanziati quest’anno e ai 250 presi in questi 25 anni. Sono soldi delle tasse dei cittadini che vanno nelle casse di una radio di partito. Contenti loro, scontenti sicuramente i cittadini e le loro tasse".

"Su Radio Radicale pioggia di soldi pubblici ingiustificata, le soluzioni erano altre”, dichiarano in una nota i deputati M5S delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. "La soluzione più equa - proseguono i parlamentari pentastellati - era di finanziare la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali, fino ad una spesa massima di 1 milione di euro nel triennio, vincolandoli ad un uso pubblico. L'emendamento proposto dalle opposizioni ha disposto invece di erogare altri 3 milioni di euro nel solo 2019 ad una Radio che ne riceverà già 9 quest'anno. Una scelta a cui hanno aderito tutti i partiti, compresa la Lega, e che ci ha trovato fortemente contrari".

"Non era nel contratto”, dicono invece fonti della Lega che interpretano cosi' il caso. La proposta e' stata posta al voto delle Commissioni con il parere negativo del Governo (rappresentato dalla Castelli), e quello favorevole del solo relatore Giulio Centemero (Lega), mentre il relatore Raphael Raduzzu (M5S), non si è espresso.

Soddisfatta invece Forza Italia, come evidenzia la capogruppo Mariastella Gelmini: "Governo va sotto in commissione su Radio Radicale: vittoria anche di Forza Italia e soprattutto della libertà di stampa. Radio Radicale vivrà".

Infine, l’emittente ha ringraziato: "È stato un importante primo passo, in attesa dell’approvazione nell’Aula della Camera e poi nelle Commissioni e nell’Aula Senato". Un risultato "ottenuto grazie a tutti coloro che hanno partecipato alla lotta di questi mesi per la vita del servizio pubblico che la nostra emittente ha svolto negli ultimi 42 anni, servizio che l’Autorità per le Comunicazioni ha chiesto con segnalazione urgente al governo di non far interrompere, essendo scaduta la convenzione lo scorso 20 maggio, in attesa che venga messo a gara per i prossimi anni".

"Grazie a tutti i gruppi dell’opposizione", ha sottolineato Radio radicale, "Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Leu, +Europa, il Psi e le componenti del gruppo Misto che si sono impegnati con convinzione al nostro fianco", ma anche «alla Lega Salvini Premier senza la quale questo esito sarebbe stato impossibile».

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    radio radicalegoverno battuto in commissione su radio radicale





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