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Politica
Ravenna, Fico di Lotta e di Governo applauditissimo alla Festa del Pd

Il Presidente della Camera pentastellato Roberto Fico conferma la sua popolarità tra simpatizzanti, militanti, elettori ed eletti Pd.

Le sue posizioni per sua stessa ammissione lontane dalla linea di Matteo Salvini sui migranti e sulle frequentazioni con il premier ungherese Orban gli hanno in questi giorni tributato molti plausi da parte del dopolo dem, e il suo arrivo alla Festa del Partito Democratico di Ravenna per partecipare a un incontro con l'ex ministro dei Trasporti e Infrastrutture Graziano Delrio è stato un bagno di affetto.

Un fragoroso applauso ha accolto infatti il suo ingresso nella sala dibattiti della Festa, dopodiché il Presidente della Camera, secondo l'Ansa, "ha fatto un giro tra gli stand, prendendo un caffe' e firmando il libro degli ospiti del bar al centro della kermesse, abbracciando alcuni volontari e ricevendo una buona accoglienza".

Fico ha quindi fatto visita allo stand dei deputati del Pd, uno stand che ha per tema portante quello dei migranti.

Tentativi di ripresa di dialogo tra m5s e Pd attraverso la mediazione della terza carica dello Stato grillina, o semplice (e noiosamente consueta) strategia pentastellata di restare a metà strada fra la lotta e il governo per non scontentare troppo l'elettorato di Sinistra deluso dell'accordo con la Lega? Ah, saperlo! 

LE PAROLE DI FICO ALLA FESTA DELL'UNITA' - "I profughi dovevano scendere dalla Diciotti il primo giorno"

"La Lega dovra' rispettare la sentenza come tutti i partiti e tutti i cittadini italiani": lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, replicando ad una 'provocazione' del pubblico presente alla festa nazionale dell'Unita' a Ravenna in merito all'inchiesta sui fondi della Lega.

Le prime parole di Fico sono sul caos in Libia: "Una situazione ereditata dalla Francia". Ma subito passa al tema dell'immigrazione, su cui la sintonia con buona parte del popolo dem è evidente. "I profughi dovevano scendere tutti dalla Diciotti fin dal primo giorno", dice. "E io sono intervenuto perché accadesse". Insomma, una presa di distanza da Salvini, una delle tante in questi mesi. Ma precisa: "Prendo posizione oggi, lo facevo anche quando ministro dell'Interno era Marco Minniti. Perché intervengo quando si vogliono fare accordi con la Libia, che non è un paese sicuro, visto che molti sindaci sono collegati alle milizie, che tengono in mano i centri di detenzione, che sono veri e propri business".

Di fronte agli attacchi ricevuti da Salvini, spiega: "Io non ho bisogno delle difese. A me della mia difesa e di creare la polemica costantemente non frega assolutamente niente. Neanche di rispondere a Salvini. Io dico ciò che penso perchè il m5s io l'ho costruito. Conosco il mio Movimento al punto da sapere che nei limiti del contratto di governo si può muovere, ma troppo al di là non si potrà più muovere". Come dire, un'intesa di breve periodo da cui non ci si può aspettare troppo. E sottolinea: "Lega e 5Stelle lavorano su un contratto, non su un'alleanza. E alle europee andremo da soli".

Delrio risponde domanda è per la consultazione fallita ad aprile, quella per provare a far nascere un governo 5Stelle-Pd. Assicura che non è stata colpa di Renzi: "Non c'erano le condizioni per un accordo, la maggior parte degli elettori di 5Stelle e Pd era contraria". E poi, sul partito democratico: "Non abbiamo bisogno di cambiare nome". Ma questa è un'altra storia, quella della lunga battaglia per il Congresso del Pd.

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