"Gay ci si diventa, non è che si nasce". Razzi e l'omosessualità
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Torna 'Razzi amari', la chiacchierata informale è un po' sgrammaticata con il senatore di Forza Italia Antonio Razzi. Questa volta si parla di un tema delicato e spinoso: l'omosessualità. "In Italia i gay non discriminati, non vedo proprio questa cosa".
Nessun problema sui gay pride... "E' una loro festa, come il Carnevale. Se loro quel giorno vogliono possono fare festa. Ognuno è libero, basta con non pretendano il coinvolgimento di altri".
Razzi spiega: "io sono amico di loro. Molti sinceramente sono abbastanza intelligenti e perfino capaci di dirigere una nazione. Certo, non sarebbero possibile che uno fa il premier e poi va a fare scandali provocatori. Serve rispetto. Ma sono intelligenti".
Domanda provocatoria: lei pensa che l'omosessualità sia una malattia? "Come direbbe Crozza non credo. Gay ci si può diventare, non è che si nasce. Io sono normale e non posso giudicare. In Svizzera, quando ero capo-operaio, ho avuto sotto di me tre gay ed erano i migliori. Mai avuto discussioni con loro, invece con quelli normali sì. I gay facevano più del loro dovere".
Perché i 'normali', i gay non sono normali? "No, mi ha frainteso. Sono persone normalissime come tutti gli altri, ci mancherebbe altro. Poi uno la sua vita se la sceglie come vuole".
In Parlamento ci sono gay? "I pettegolezzi li fanno tutti, anche gli uomini e non solo le donne. Io mai visto niente, non ci faccio caso. Ci parlo con tutti e la vita privata sono fatti loro".