Referendum Giustizia, Sisto (FI): "Votare a inizio marzo è conforme alla legge”. Il Csx attacca: “È una grave forzatura” - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 12:58

Referendum Giustizia, Sisto (FI): "Votare a inizio marzo è conforme alla legge”. Il Csx attacca: “È una grave forzatura”

Volano le firme contro la riforma Nordio, oltre 110 mila già raccolte

di Arianna Conti

Referendum giustizia, Sisto (FI): “Votiamo al più presto”, il Csx replica: “È una forzatura”

"Votare a inizio marzo per il referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati è perfettamente conforme alla legge: non c'è alcun motivo per non farlo. Non sarebbe affatto una forzatura, ma il rispetto dei canoni normativi”, ha dichiarato il viceministro della Giustizia e senatore di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, in una intervista al Foglio. "Il decreto di indizione può essere approvato entro sessanta giorni dall'ordinanza della Cassazione che ammette il quesito referendario - continua Sisto -. La Corte si è già espressa, così aprendo alla indizione del referendum che è adempimento del presidente della Repubblica, su deliberazione del Cdm. Ecco perché, se a inizio gennaio il Cdm varerà il decreto, è realistico votare a inizio marzo e consentire al popolo sovrano di esprimersi al più presto".

Dalla parte opposta, però, la responsabile giustizia del Partito democratico, Debora Serracchiani, intervistata da La Repubblica, sottolinea che il rinvio sulla data del referendum “è una vittoria”, mentre votare anche il 22 marzo “sarebbe una forzatura”. Per la deputata dem "ogni forzatura comprimerebbe illegittimamente il diritto dei cittadini di esprimersi nella raccolta firme. In questi giorni - continua - è stato evidente il tentativo del governo di forzare la mano e fissare la data contro ogni regola e prassi, probabilmente per paura che più si conosce la riforma, più cresce nel paese l'opposizione a questa legge". 

Riguardo alla raccolta firme contro la riforma della giustizia, lanciata da 15 cittadini e ora sostenuta anche dai partiti d’opposizione che hanno votato no in Parlamento, Serracchiani evidenzia: “Le firme stanno volando, mentre parliamo hanno già superato le 110 mila. È una vittoria della democrazia e va ascoltata anche la loro voce". 

Sulla questione della data, la deputata dem ricorda come l’interpretazione della legge 352/70, seguita dal presidente Amato nel 2001 e rispettata anche nel 2006, 2016 e 2020, stabilisca che i 60 giorni per adottare il decreto di indizione decorrono dai 90 giorni successivi alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale della riforma costituzionale: “Questa prassi suggerisce che il voto dovrebbe tenersi in primavera”.

Secondo quanto trapela, la data del referendum costituzionale sulla giustizia verrà stabilita nel primo Consiglio dei ministri di gennaio. L’orientamento sarebbe quello di non fissare il voto all’inizio di marzo, ma di collocarlo nelle settimane successive, in ogni caso entro la fine del mese. Lo slittamento della decisione nel Cdm di ieri e l’ipotesi di posticipare la consultazione rispetto ai primi di marzo – riferiscono fonti autorevoli – non sarebbero collegati alla raccolta firme avviata dai quindici promotori e attiva online, quanto piuttosto alla scelta di evitare forzature e favorire un clima più disteso nei rapporti con le opposizioni. Proprio nei giorni scorsi, la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte erano intervenuti sui social sul tema del referendum contro la riforma e sull’eventualità di un’accelerazione dei tempi del voto.

Ieri sera i leader del centrosinistra Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno incontrato alla Camera il comitato “Società civile per il no al referendum”, guidato dal presidente Giovanni Bachelet. 

"Ben volentieri ci mettiamo a disposizione per dare una mano al Comitato nella campagna in cui ci saremo anche noi contro la riforma Nordio. Lavoreremo per coordinare gli sforzi e farli convergere in questi mesi di lavoro. Siamo contenti dell'incontro e molto disponibili a lavorare", ha dichiarato Elly Schlein al termine dell'incontro. 

"Abbiamo confermato l'unanime volontà di collaborazione e di cooperazione tra le nostre forze politiche e il comitato della società civile per il No al referendum sulla giustizia dopo le nuove norme del governo Meloni", ha affermato invece Nicola Fratoianni

"In queste ore siamo impegnati nella raccolta delle firme ed è sicuramente significativo ed importante il fatto che le firme sono già oltre le centomila e stiano aumentando ad un grandissimo ritmo. Tutto questo alimenta un circuito democratico su un referendum costituzionale fondamentale -ha spiegato Fratoianni-. È stato un incontro previsto per verificare i primi aspetti per un coordinamento ed una cooperazione nelle iniziative delle prossime settimane".

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