Politica
Il referendum, la madre crudele di tutte le battaglie
Il centrosinistra rischia moltissimo investendo il proprio capitale politico in un insidioso referendum sull'abolizione della riforma voluta da Renzi. Il commento

Il referendum, la madre crudele di tutte le battaglie
ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
Il referendum, ovvero la madre di tutte le battaglie. Alla fine, si finisce sempre là, a giocarsi i propri destini politici nella più difficile e più ostica delle competizioni. Quella nella quale le regole del gioco dicono che ti può andar bene in un caso su tre, che è pure difficile, ovvero se si raggiunge il quorum e vince il sì. Ma contro non hai solo chi pensa che il tema, o i temi, del referendum, siano sbagliati, e dunque vota no, ma anche quella massa indistinta di gente che non vota perché non ha capito, perché non ha voglia, perché preferisce andare al mare, che in generale non vota alle politiche, figurarsi su quesiti specifici.
Il referendum sul Jobs Act? Un sepolcro per due
Ecco, contro quel partito silenzioso perché silente, che è larghissima maggioranza nel nostro Paese, è difficilissimo vincere. E invece di evitare quindi la competizione come la peste, le battaglie politiche finiscono tutte a incagliarsi proprio in quelle urne. Sul referendum finì l'esperienza da premier di Matteo Renzi, sul referendum si sono schiantati decine di partiti, a parte quel geniaccio di Pannella che di sconfitta in sconfitta ha imposto la sua visione in Italia. Ma Pannella non c'è più, e adesso il centrosinistra che cosa fa? Decide di investire buona parte del proprio capitale politico sull'abolizione della riforma voluta dall'allora segretario del Partito Democratico Matteo Renzi.
Così, il destino cinico e baro rischia di aver decretato la fine del governo Renzi e di decretare la fine di quelli che vogliono seppellire Renzi. Un sepolcro per due. Oppure - se questa sfida difficilissima andrà in porto - di far rinascere il centrosinistra proprio sulle ceneri del Jobs Act. La cosa peggiore è che poi, del merito di questa riforma, non si parlerà proprio. Non si parlerà della cosa principale: ma ha migliorato o peggiorato il mondo del lavoro? Ha davvero leso diritti o ha garantito solo più flessibilità necessaria? Questo non lo sapremo mai. Sapremo solo, in questo giochino tutto politico, quale sarà la linea politica prevalente nel centrosinistra che sfiderà Giorgia Meloni.