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Politica
Referendum,Salvini: "Certo che voto Sì". Ma nella Lega (e in FdI) dilaga il No
Matteo Salvini

"Certo che voto Sì al referendum, ho votato il taglio quattro volte e lo voto la quinta, perché il Parlamento può lavorare bene anche con meno parlamentari". Con queste parole il segretario della Lega Matteo Salvini risponde alla domanda di Affaritaliani.it se conferma il suo voto a favore del taglio dei parlamentari o se invece ci stia ripensando. "Solo Renzi cambia idea per salvare la poltrona: prima vota No e poi cambia idea e vota Sì. Il Referendum comunque è il trionfo della democrazia e della libertà di scelta dei cittadini, la Lega non è mica una caserma", conclude l'ex ministro dell'Interno.

L'ultima frase aggiunta da Salvini nella risposta ad Affaritaliani.it ("Il Referendum comunque è il trionfo della democrazia e della libertà di scelta dei cittadini, la Lega non è mica una caserma") spiega perfettamente quanto sta accadendo in queste ore e in questi giorni nel Carroccio e in generale nella destra sovranista. Il leader, vicepremier all'epoca del governo con i 5 Stelle e Luigi Di Maio, non può che confermare il via libera alla riforma che taglia i parlamentari, quantomeno per coerenza verso il voto espresso ben quattro volte in Parlamento. Ma ormai sono moltissimi, e non tutti usciti allo scoperto, i big leghisti che voteranno convintamente no al referendum di domenica e lunedì. Agli euroscettici Claudio Borghi e Alberto Bagnai, si sono aggiunti prima l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e l'ex ministro delle Politiche Agricole Gianmarco Centinaio, poi, proprio oggi, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana. Non solo, anche se non lo hanno espressamente dichiarato, pure il presidente del Veneto Luca Zaia (che si avvia alla riconferma a furor di popolo) e quello del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga sarebbero intenzionati a votare no. E se si guarda ai social network, Facebook in testa, nei gruppi della Lega e di Salvini premier tra i militanti la quota di chi dichiara che voterà contro il taglio dei parlamentari sfiora l'80-90% ed è in costante crescita più ci si avvicina all'apertura delle urne. La motivazione principale, oltre a quelle di merito su una riforma incompiuta che riduce la democrazia e il potere dei cittadini/elettori, c'è soprattutto la volontà di assestare un colpo al governo e in particolare ai 5 Stelle.

Anche Fratelli d'Italia conferma senza convinzione il Sì al referendum, come annunciato più volte da Giorgia Meloni. "Fratelli d'Italia è stata l'unica forza d'opposizione in Parlamento a votare quattro volte sì alla riforma per il taglio del numero dei parlamentari. Siamo stati anche l'unico partito a non chiedere il Referendum. La posizione del partito, espressa ripetutamente dal presidente Giorgia Meloni nelle aule parlamentari e non solo, in relazione al voto del 20 e 21 settembre non è cambiata. Ci siamo limitati a ritenere che avendo chiesto il parere dei cittadini sulla bontà della riforma ora i partiti debbano fare un passo indietro. Per questo, la notizia la 'svolta per il no', riportata oggi dal quotidiano 'Il Giornale', è frutto di una forzatura giornalistica che non corrisponde al vero". Lo comunica una nota di Fratelli d'Italia. Resta il fatto che a microfono spento sono tantissimi gli esponenti della destra meloniana che assicurano che nel segreto dell'urna voteranno no. Proprio come quasi tutti i leghisti ed esattamente per lo stesso motivo.

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