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Politica
Regionali, Lega pronta allo strappo in Sardegna. E FdI vuole il Veneto di Zaia
Luca Zaia

Braccio di ferro sulle Regionali: con lo strappo in Sardegna c'è anche il rischio Veneto

"Ipotesi inesistente". Così un big di Fdi, parlando all'Adnkronos, stronca con forza la corsa del governatore uscente Christian Solinas in Sardegna, fortemente caldeggiata dalla Lega. Per Fdi, nonostante la posizione del Carroccio espressa con fermezza dal vicepresidente leghista Andrea Crippa, il dato è già tratto: sarà il sindaco uscente di Cagliari Paolo Truzzu a giocarsi la partita per la guida della Regione. "Nel 2024, con Fdi che traina la coalizione - commenta la stessa fonte - è impensabile su 5 Regioni affidarne due alla Lega e due a Fi, lasciandone una sola a noi".

Ma il problema, viene rimarcato in ambienti di Fratelli d'Italia, non è solo interno al partito guidato da Giorgia Meloni. "Attorno a Solinas - la convinzione - non si riuscirebbe a stringere una coalizione che vada al di là di Lega e Partito sardo d'azione". Giovedì la lunghissima riunione di ben 9 ore in terra sarda ha decretato la linea, con la maggioranza pronta a sostenere Truzzu e non Solinas: il sindaco di Cagliari "è dunque l'unica possibilità, la strada segnata per la vittoria. A portata, considerando le divisioni che animano il fronte degli avversari", si ragiona in Fdi.

E la regola di confermare gli uscenti, a cui si appella la Lega e non solo, "è già saltata dalla Sicilia - rimarcano le stesse fonti - quando Lega e Fi chiesero a Fdi un passo indietro sull'uscente Nello Musumeci", ora nel governo Meloni. Ovviamente la speranza "è di ricucire e assicurare la compattezza" della coalizione. In Fdi si mostrano fiduciosi. "Salvini a Cagliari -viene rimarcato - aveva detto che avrebbe deciso il tavolo regionale, lo stesso tavolo che scelse Solinas 5 anni fa", nonostante i mugugni di Fdi.

"Seppur si arrivasse al tavolo invocato dalla Lega - viene spiegato in Fdi- da parte nostra c'è la totale fiducia che si tratti solo di un passaggio per certificare quel che è stato scelto dal territorio". Dunque Truzzu, senza se e senza ma.

Tanto più che uno strappo in terra sarda finirebbe per innescare un effetto domino nelle altre regioni al voto, dunque Basilicata, Abruzzo e Piemonte. Un gioco pericoloso, tanto più che, a ben guardare, quello su cui si litiga oggi è solo un antipasto. Il grosso del menu verrà poi, quando al voto -post europee- andranno Comuni di peso ma anche Umbria e soprattutto il Veneto di Luca Zaia, alla sfida del terzo mandato.

"Anche qui, impensabile che il partito di maggioranza nel Paese non abbia un solo governatore nelle tre grandi regioni del Nord, adesso il Veneto ci spetta", dicono meloniani citati da Repubblica. Ecco spiegato perché l’impasse sulla Sardegna in realtà nasconde ben altro: «Perché se diciamo che gli uscenti, o comunque i partiti che li esprimono, non hanno voce in capitolo allora è un problema serissimo», dicono dal Carroccio. "In Veneto il sistema di potere della Lega, e di Zaia chiaramente, è in grande fibrillazione. Perché se le Europee di giugno certificheranno il sorpasso (qualcuno teme il doppiaggio) di FdI sulla Lega, un intero mondo di potere leghista rischia di franare", conclude Repubblica.

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