Svolta al vertice della Conferenza delle Regioni. Stefano Bonaccini lascia la guida e al suo posto, secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di anticipare, arriva Massimiliano Fedriga, governatore leghista del Friuli Venezia Giulia. Il presidente del Pd dell'Emilia Romagna ha annunciato il suo addio con un post su Facebook: "La Conferenza della Regioni e della Province autonome eleggerà un nuovo presidente e un nuovo vicepresidente. Ho avuto l'onore e il privilegio di guidare la Conferenza dalla fine del 2015", ha scritto spiegando la necessità di garantire alla Conferenza una leadership che sia maggiormente in sintonia con l'orientamento politico della maggioranza delle amministrazioni attualmente in carica, ossia il centrodestra. Per questo, il nome del suo successore è ricaduto su Fedriga, scelto con un accordo durante una conferenza straordinaria convocata ieri in serata. Mentre a contendersi la poltrona di vice presidente potrebbero essere due governatori del Pd: Michele Emiliano e Vincenzo De Luca. Intorno alle 18 si procederà all'elezione del nuovo presidente e del suo vice.
L'annuncio di Bonaccini su Facebook - Ad annunciare la decisione di lasciare la guida della Conferenza delle Regioni è stato lo stesso Bonaccini con un post su Facebook in cui ha spiegato le motivazioni della sua scelta: "Ho avuto l'onore e il privilegio di guidare la Conferenza dalla fine del 2015 collaborando con tutti i colleghi presidenti (a prescindere dal colore politico) e con cinque governi che si sono succeduti in questi anni (anche in questo caso di colore politico molto diverso). Avevo ribadito a più riprese, da un anno a questa parte, la mia disponibilità a questo avvicendamento, posto che da tempo la stragrande maggioranza di Regioni è a guida centrodestra (e se ho potuto guidare in modo unitario la Conferenza, anche in queste condizioni, lo debbo anzitutto a loro, che mi hanno sostenuto e permesso di trovare sempre una sintesi). Avevo chiesto che questo cambio si producesse però con un accordo unitario, per non aprire nell'emergenza una divisione tra noi e un indebolimento nel confronto col governo nel momento in cui siamo chiamati a contrastare la pandemia e i suoi effetti drammatici sulla vita dei cittadini. Mi pare che si potrà procedere, quindi in tempi rapidissimi e in modo davvero unitario come avevo auspicato".
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