Verdini con Renzi, tutta la verità. Governissimo Pd-Forza Italia
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Matteo Renzi è debole. "Debolissimo", dicono in Transatlantico parlamentari del Pd. "Ostenta serenità quando va in tv ma dietro le quinte è molto, molto preoccupato". Il premier non si spiega come mai i sondaggi continuino a segnare una flessione inarrestabile del Partito Democratico. Tanto che si comincia a parlare di una modifica dell'Italicum. Il timore è che al ballottaggio, in caso di voto, il Movimento 5 Stelle possa vincere a mani basse (come è accaduto ai ballottaggi delle Comunali). L'obiettivo è quello di puntellare la maggioranza, visto che la minoranza Pd è pronta ad abbandonare il governo, nonostante la possibile promozione di Cesare Damiano a vice-ministro dello Sviluppo Economico. In Parlamento si parla di 25-30 senatori dem pronti a votare contro la maggioranza, a cominciare dalle riforme istituzionali. Il primo punto è l'ingresso ormai certo dei verdiniani e tra loro c'è anche Vincenzo D'Anna ("Vado nel Partito della Nazione") finora nel Gruppo Gal. Ma Verdini sarà sufficiente a Renzi? Forse no. E a quanto pare gli sherpa stanno lavorando per andare ben oltre il soccorso di Verdini all'esecutivo. Silvio Berlusconi è sempre più in rotta con Matteo Salvini (il pretesto è stata la crisi greca e le profonde divergenze sull'euro tra Lega e Forza Italia). L'ex Cavaliere lavora sottotraccia per la rinascita del Patto del Nazareno che in prospettiva porti a un nuovo governo di larghe intese. Da un lato Renzi teme il voto e ha bisogno di voti a Palazzo Madama (forse i verdiniani non bastano) e dall'altro Berlusconi vuole tornare a contare e, spinto dai figli e dai vertici Mediaset, ritiene più utile governare con il leader del Pd che farà il portatore d'acqua a Salvini. Sullo sfondo anche la nascita di un partito unico Pd-Forza Italia, proprio quel Partito della Nazione evocato dal senatore D'Anna. Il quadro politico va così verso una scomposizione e una possibile ricomposizione con Renzi e Berlusconi al centro, Salvini-Meloni-Fitto a destra, ex minoranza Pd e Sel a sinistra e ovviamente il M5S in perfetta solitudine.