Renzi: "L'8 dicembre punto almeno al 50%. Poi il governo farà ciò che dice il Pd"

"Pensavo di avere un po' meno consensi tra gli iscritti, l'8 dicembre punto almeno al 50 per cento" - ha detto Matteo Renzi alla trasmissione Rai Agorà - "Se andiamo avanti con il governo bisogna fare le cose, il tempo del rinvio è finito. Dal 9 dicembre si fanno le cose sul serio: il governo farà le cose che dice il Pd altrimenti ci arrabbiamo".
Se fa bene sul lavoro, il governo può arrivare al 2018. "La cartina di tornasole è se cresce la ricchezza, se crescono gli occupati", ha aggiunto Renzi. "Il governo deve andare avanti per forza, può durare anche fino al 2018" ma bisogna vedere, per il sindaco di Firenze, "se riuscirà ad aumentare i posti di lavoro". Per questo, aggiunge, "Letta deve fare politiche disciplinari del lavoro diverse e cambiare la burocrazia".
"Il punto non è se fai le privatizzazioni, ma se le fai bene o le fai male - ha proseguito il candidato alla segreteria del Pd - "Non voglio fare il controcanto a Letta: ho solo espresso un concetto banale, le privatizzazioni come sono state fatte in passato non vanno bene". "Prima di privatizzare serve una prova di maturità della politica dimezzando i costi e i posti in Parlamento. Togliere il tre per cento di Eni è una operazione di cassa senza valore strategico", ha aggiunto Renzi che poi si è soffermato sulle privatizzazioni di Telecom e Alitalia, esempio di "privatizzazioni fatte male". La privatizzazione Alitalia "è stata una vergogna, una privatizzazione in cui i privati hanno fallito. Un errore perchè si è scelto un business sbagliato puntando ai voli interno invece di investire sul mercato estero". "Anche la privatizzazione di Telecom è stata fatta male: quello che era un gioiello italiano è stato svenduto".
"Non ho una grande venerazione per Napolitano, ho un profondo rispetto", ha detto Renzi. "Le forze politiche sono andate da lui -ha detto il sindaco - con un meccanismo atroce perché non riuscivano ad eleggere un nuovo presidente". "Lui l'ha vissuto sicuramente come una sofferenza e un insulto personale. Si era già preparato dopo sette anni ad avere il meritato riposo. Su amnistia e indulto ho detto cose diverse dal presidente. Ho detto: Caro Presidente non sono d'accordo."