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Legge elettorale e voto a maggio. Il piano di Renzi

"La legge elettorale va fatta di corsa e con chi ci sta". Matteo Renzi va per la sua strada e via Twitter conferma che vedrebbe bene sia la legge per l'elezione dei sindaci, su cui c'è il sì di Angelino Alfano, sia il Mattarellum corretto col premio di maggioranza, in linea con Forza Italia e Beppe Grillo. E proprio quest'ultima ipotesi (avvalorata dalle voci di una trattativa segreta tra il sindaco e il Cavaliere) impensierisce Enrico Letta. Se dovesse passare infatti, Alfano potrebbe decidere di 'staccare la spina' al governo. Il ragionamento dell'ex delfino del Cavaliere è semplice: se Renzi tenta di approvare una legge elettorale che ci penalizza nelle urne di certo non staremo fermi a guardare, meglio fare un passo indietro allora. Renzi avrebbe quindi il pretesto perfetto per tornare alle urne senza dover aspettare il 2015. La colpa, a quel punto, sarebbe della stampella-Alfano che ha deciso di non partecipare alla riforma della legge elettorale.

Dietro alla fretta e all'apertura dimostrata da Renzi, c'è infatti chi continua a vedere il rischio di elezioni anticipate, nonostante il monito ripetuto ieri dal presidente Giorgio Napolitano. Capo dello Stato con cui, ha assicurato il sindaco di Firenze, "non c'e' nessuna polemica". Non c'era uno sgarbo istituzionale dietro alle decisione di saltare il ricevimento, ha spiegato, e' solo che "sono allergico ai buffet istituzionali".

Il presidente del Consiglio, dal canto suo, e' certo invece che non sia a rischio la tenuta dell'esecutivo fino alla fine del 2014. "Nonostante molti fuori da qui non ci credessero, abbiamo mangiato il panettone e se continuiamo a lavorare bene contiamo di mangiarlo anche il prossimo anno", ha scherzato il premier incontrando i dipendenti di palazzo Chigi per gli auguri di Natale.

Ma la chiave e' proprio in quelle due parole "lavorare bene". Renzi non e' disposto a fare sconti. E' apparso di nuovo chiaro quando ha chiesto a Letta di "eliminare ogni riferimento alla web tax dalla legge di Stabilita' e porre il tema dopo una discussione seria nel semestre europeo". E' in parlamento pero' che il leader del Pd intende giocare la sua prima partita, quella della legge elettorale. "Su questo tema basta scherzi. Votando alle primarie l'Italia ha chiesto di cambiare", ha avvertito, e "bisogna cambiare di corsa". Entro gennaio, ha spiegato, "la commissione deve licenziare un testo con il piu' ampio schieramento possibile".

L'unico punto fermo che Renzi mette e' che deve essere "una legge maggioritaria che garantisca alternanza e dia governabilita'". Per il resto, vanno bene sia le due diverse leggi per le elezioni dei sindaci, a seconda delle dimensioni dei Comuni, sia il Mattarellum corretto con un premio di maggioranza del 25 per cento. Resta la sfida all'M5S, con la disponibilita' di Renzi a ridurre di un miliardo i costi della politica e a dialogare sulle riforme. "Nessuno scambio", ha chiarito, ma "se i Cinque Stelle parlano dei 40 milioni di euro e non parlano del miliardo significa che non hanno intenzione di tagliare i costi della politica, ma di fare solo polemica con il Pd". Un modo, quello di Renzi, di togliere ai grillini il principale argomento di battaglia politica.

L'offerta del segretario Pd all'M5S continua ad allarmare Ncd che ha confermato con Alfano la disponibilita' a trattare sulla legge per i sindaci. "Si parte come ha detto Letta dalla maggioranza che governa il paese, con un patto di coalizione", ha ammonito Renato Schifani. Da un lato si potrebbe arrivare a una convergenza sul Mattarellum che penalizzerebbe Ncd. Ma dall'altro - ed e' il timore piu' o meno esplicito che non solo i soci di maggioranza ma anche l'ala piu' governativa del Pd hanno - una volta andata in porto la legge elettorale qualsiasi pretesto potrebbe essere usato per chiudere anzitempo la legislatura. Ambizione che Renzi ha negato: "Se ti fanno giocare mediano giochi mediano. L'importante e' che la squadra vinca", ha detto.

I tempi pero' ci sarebbero: se a gennaio - secondo l'aut aut ripetuto dal segretario - la commissione licenziera' un testo, nel giro di un paio di settimane la riforma potrebbe uscire dalla Camera e passare al Senato, blindata, per l'approvazione definitiva entro meta' marzo. Giusto in tempo perche' vi siano i 45 giorni minimi per sciogliere le Camere e fissare un election day il 25 maggio, in coincidenza con le europee. E sono calcoli che si stanno facendo nei corridoi di Montecitorio.

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