Renzi non rottama più
di Pietro Mancini
Matteo Renzi, d'intesa con il ministro Padoan, sembra intenzionato a lottizzare, dopo le prime nomine nelle aziende pubbliche, anche le prossime caselle, ben 600 poltrone e stipendioni, da assegnare, nei 49 Consigli d'amministrazione e nei 60 collegi sindacali. Ormai, la parola "rottamazione" non è più di moda a Palazzo Chigi. Molto consultato il "manuale Cencelli", di forlaniana memoria.
Solo alcuni esempi. In ENAV, resta Garbini, nominato da Monti nel 2011, coinvolto in alcune vicende di "parentopoli" in azienda. In Consap, inamovibile don Mauro Masi, ex Rai, uomo di Berlusconi e di Gianni Letta : sarà riconfermato dal "rinnovatore" di Firenze.
Poi, oltre alla nomina dell'ex assessore nel capoluogo toscano, Da Empoli, come consigliere politico alla Presidenza del Consiglio, Renzi appare determinato a imporre don Antonella Manzione, ex capa dei Vigili Urbani di Firenze, al Dipartimento Affari giuridici ed economici di Palazzo Chigi, nonostante la bocciatura della Corte dei Conti.
A Fintecna, è stato confermato, come Presidente, fino al 2016, Maurizio Prato, in carica da 10 anni, che è pure Presidente e amministratore delegato della Zecca dello Stato.
In scadenza, diversi incarichi nelle aziende, che sono controllate dalla Cassa Depositi e Prestiti, dove il premier piazzerà, o riciclerà, d'intesa con il Presidente, l'eterno Franco Bassanini, PSI, PDS e oggi in buoni rapporti con l'ex rottamatore PD.
Infornate di amici di Matteino sono previste anche negli incarichi di vertice dei ministeri. E presto il successore di Letta potrebbe imbarcare "grand commis" a lui vicini alla direzione generale del Tesoro e alla Ragioneria generale dello Stato, caselle fondamentali per la gestione del potere, uffici-chiave, da cui transitano decreti e leggi.