Renzi non si chiuda nella solitudine dei numeri uno
di Pietro Mancini
Alla luce del disastro di Hollande in Francia, Renzi sarà il leader piu' forte dei democratici e dei socialdemocratici europei. "Un uomo solo al comando" per usare la definizione, che il radiocronista Mario Ferretti diede, negli anni 50, del Campionissimo del ciclismo, Fausto Coppi. Dopo i legittimi festeggiamenti, il premier si rimetta al lavoro per mantenere gli impegni con gli elettori, che lo hanno premiato, apprezzando la sua concretezza. Rispetto al Berlusconi, che trionfò 20 anni fa ma non attuò le riforme promesse, il primo ministro toscano sottolinei la sua diversità. E, in prospettiva, non ripeta gli errori, che commisero, prima di lui, Bettino Craxi e l'allora Cavaliere.
Non si isoli, cioè, nella "solitudine dei numeri uno" nè decida, dopo aver consultato, soltanto, il suo "cerchio magico". Ma consulti i dirigenti del PD, rinnovandolo, profondamente, e adeguandolo alla forte richiesta di cambiamento, espressa da milioni di elettori, anche da quelli che hanno votato Beppe Grillo. Per una moderna democrazia bipolare, che prevede la sfida tra progressisti e conservatori , dovrà emergere, nel centrodestra, un leader all'altezza del giovane e ambizioso competitor, che guida un partito, ormai diversissimo dai "padri", il Pci e la DC, e più somigliante al partito democratico degli Stati Uniti.