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Politica
Restituzione dei suoli e risarcimento. Ormai ci siamo. L'intervista
Marco Palieri

"La giurisprudenza (Cassazione e Consiglio di Stato), sulla spinta delle indicazioni della Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU), ha affermato che in mancanza di un provvedimento di esproprio la proprietà dei suoli restava dei privati"

Conto alla rovescia (-80 giorni) per ottenere la restituzione dei suoli e il risarcimento dei danni per le espropriazioni, precedenti al 30.06.2003, che non si sono concluse con il provvedimento di esproprio, vero e proprio. Affaritaliani.it ne ha parlato con l'avvocato Marco Palieri di Bari, che da lungo tempo sta seguendo il caso. L'INTERVISTA

Mancano 80 giorni per ottenere la restituzione dei suoli e il risarcimento dei danni per le espropriazioni, precedenti al 30.06.2003. Ci può spiegare esattamente come stanno le cose? Come è possibile che si sia arrivati a questa situazione?

"Per molto tempo, la giurisprudenza riteneva che, una volta realizzata l’opera pubblica, il suolo, anche senza un formale provvedimento di esproprio, si trasferiva comunque alla mano pubblica (c.d. “accessione invertita”). A partire dai primi anni del 2000, la giurisprudenza (Cassazione e Consiglio di Stato), sulla spinta delle indicazioni della Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU), ha affermato che in mancanza di un provvedimento di esproprio la proprietà dei suoli restava dei privati. Considerato che, di regola, l’usucapione di un immobile si perfeziona in 20 anni, la giurisprudenza ha affermato che, in questi casi, l’usucapione inizia a decorrere dalla data di entrata in vigore – 30.06.2003 – della norma (art. 42 bis d.P.R. n. 327/2001) che consentiva alla PA di poter conservare l’opera pubblica, indennizzando i privati (c.d. “acquisizione sanante”). Da qui la data del 30.06.2023, venti anni dopo l’entrata in vigore della norma".

Di chi è la responsabilità di questa situazione? Di quale legge o di quale governo?
"Difficile trovare un responsabile. Sicuramente, il merito di aver risolto la situazione è della CEDU".

Che cosa consiglierebbe a un cittadino, restituzione dei suoli o risarcimento?
"Difficile dare una risposta univoca. Andrebbe valutata la concreta situazione di fatto. In alcuni casi, potrebbe essere preferibile la restituzione, in altri il risarcimento".

In caso di risarcimento, ci sarebbero anche gli interessi?
"Il privato può chiedere la restituzione dei suoli e il risarcimento dei danni, che, di regola, prevede rivalutazione monetaria e interessi. In caso di “acquisizione sanante”, al privato verrà riconosciuto un indennizzo per il danno patrimoniale (pari al valore venale del suolo) e non patrimoniale (che, a seconda dei casi, va dal 10% al 20% del valore dei suoli), mentre per il periodo in cui non ha goduto dei suoli verrà riconosciuto una ulteriore somma non inferiore al 5% annuo del valore venale)".

I DETTAGLI DEL CASO

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Tags:
restituzione suoli risarcimento danni





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