Affari di Genio
Oltre le tracce: cosa resta della maturità

E lo scritto è andato. L'esame di maturità è cominciato con le stessa ansia la stessa paura e gli stessi sogni che hanno attraversato intere generazioni. Certo, quelle di oggi sono supportate e a loro volta attraversare dalle emozioni vissute da chi è venuto prima di loro.
C'è forse oggi la coscienza che la maturità sua una via di trasformazione che accompagnerà ciascuno nella direzione dei propri sogni. O sulla strada di quei sogni che nel tempo si declinano e si fortificano.
L'attesa è passata. Il momento delle aperture delle buste, l'ascolto della traccia dei temi è andata. La seconda prova anch'essa s'è consumata tra aspettative, conferme e qualche delusione.
Tra poco arriveranno gli orali. È il momento della fase due.
Quello forse più atteso, della maturità vera e propria, in cui si consuma l'atto del passaggio verso un mondo nuovo. È il momento in cui si dispiega il confronto con la commissione, in un dialogo tra adulti perchè in ciò si declina la maturità. L'acquisizione piena e completa di un percorso culturale, definita da una capacità di analisi critica dell'esistente; che a quel punto si confronta con il mondo, che ha il suo paradigma nella seduta d'esame.
È il momento del salto nella direzione della consapevolezza di una nuova età, fatta di scelte che segneranno il futuro e i suoi confini. Per questo il suggerimento è quello di non fare levatacce prima dell'orale. Riposate il giusto, perchè essere lucidi all'esame è fondamentale. Ricordate di suddividere in tre cartelle il vostro studio. Quello che sapete, e basterà approfondire; quello che sapete ma va ripassato; quello che sapete di non sapere e va ristudiato.
In questo modo avrete catalogato la vostra preparazione e sarete pronti al secondo passaggio: focalizzare la presentazione da fare alla commissione. L'apertura, le parole da dire, e un'eventuale simulazione da fare davanti ad amici o parenti, prima della prova vera davanti ai professori.
Visualizzato l'esame e raccolta tutta la materia necessaria ricordatevi che lo studio non è matto e disperato ma organizzato e razionale. Venticinque minuti di studio e cinque di riposo. Poi si riprende, un minuto per ripassare brevemente quanto appena fatto e altri 25 minuti di studio.
È estate quindi ricordatevi che il corpo va idratato. E non dimenticate che la concentrazione richiede anche momenti di pausa.
Buon esame e buona vita a chi ha cominciato a progettarla.
Max Rigano