Terzo mandato, una scelta nel segno dell’equilibrio istituzionale - Affaritaliani.it

Lo sguardo libero

Terzo mandato, una scelta nel segno dell’equilibrio istituzionale

Di Ernesto Vergani

Nel centrodestra la partita sul terzo mandato ai presidenti di Regione sembra ormai chiusa, almeno sul piano politico. Dopo settimane di tentativi da parte della Lega, e in particolare di Matteo Salvini, di ottenere un’apertura su una modifica legislativa in extremis, Antonio Tajani ha posto una linea netta: “Non stiamo al mercato, non mi vendo per un piatto di lenticchie”.

Come già segnalato su questo spazio nei giorni scorsi, il tema del terzo mandato tocca un nodo sensibile della tenuta democratica: i limiti non sono meri dettagli regolamentari, ma presìdi istituzionali. Il recente irrigidimento di Forza Italia conferma questa impostazione: Paolo Barelli, capogruppo alla Camera, ha dichiarato che il terzo mandato non è parte del programma di Governo e che i cittadini italiani, secondo i sondaggi, lo rifiutano.

Da Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento e figura politica di stretta fiducia di Giorgia Meloni, ha fatto notare che il tempo tecnico per intervenire è quasi esaurito. Ma l’osservazione, per quanto formalmente corretta, ha anche un peso politico: nel gioco delle posizioni interne alla maggioranza, le parole di Ciriani segnano di fatto un’ulteriore chiusura.

Il nodo politico resta quindi tutto interno alla coalizione. La Lega, per voce di Stefano Locatelli, parla di “rammarico” per l’atteggiamento di FI, e rigetta qualsiasi collegamento con lo ius scholae, che Fratelli d’Italia aveva già affossato. Ma Tajani, negli ultimi giorni, è tornato a menzionare il tema dell’inclusione dei giovani stranieri regolari cresciuti in Italia. Un segnale che, archiviata la partita del terzo mandato, Forza Italia intende rilanciare su altri fronti, in coerenza con la sua storica linea europeista e moderata. Anche Fratelli d’Italia, del resto, potrebbe ritrovare in quella stessa continuità istituzionale un terreno utile per rafforzare la propria centralità di Governo, senza rinunciare alla sua identità, ma aggiornandola ai nuovi equilibri della legislatura.