Politica
Riflessioni sui Cinque Stelle: se Grillo non caccia la Raggi è la fine
Il Movimento fondato da Beppe Grillo e Casaleggio si sta avviando ad un bivio: da un lato appare il miraggio incantato, la fata Morgana di Palazzo Chigi con le sue sirene e le sue lusinghe, dall’altro il baratro del fallimento che incombe partendo da quello che sta succedendo a Roma.
In realtà scricchiolii nella struttura se ne erano avvertiti a partire dalla vicenda del fuoriuscito Pizzarotti a Parma ma mai profezia fu più azzeccata di quella della deputata Roberta Lombardi: “Vogliono farci vincere a Roma”.
Sul momento era sembrata l’ennesima boutade di cui è infarcito l’agire comunicativo dei Cinque Stelle ma poi si è capito che era tutto vero, in un certo senso e cioè proprio a Roma il Movimento sta rischiando la sua fine.
Dopo soli sette mesi di governo della città di Virginia Raggi la città è nel caos più completo tanto che molti cominciano a rimpiangere l’ex sindaco Marino.
Non passa infatti giorno che la Raggi non ne combini una e l’elenco è veramente gigantesco per ricordarlo punto per punto.
Si pensi solo al fatto che la sua squadra non è ancora completa dopo appunto sette mesi e mancante del pezzo più importante, il Capo di Gabinetto.
Una vorticosa sciarada di nomine e defezioni e poi incriminazioni giudiziarie, tra cui da poco la stessa sindaca ha caratterizzato una consiliatura di una città come Roma, Capitale d’Italia, che non merita quanto sta succedendo.
L’ultima clamorosa vicenda riguarda un dossieraggio (comunque la vicenda era già nota ma ora sta tornando d’attualità in Procura) su De Vito presidente del consiglio comunale e vicino alla stessa
Lombardi, ordito, pare, dalla stessa Raggi e dal suo “raggio magico”.
In pratica De Vito fu accusato internamente di abuso d’ufficio per un accesso agli atti fatto per un privato cittadino ma pare che la richiesta venisse -tramite email- dall’avvocato Paolo Morricone che lavora nel gruppo alla Regione Lazio ed è vicino alla Raggi.
Abbiamo cercato di chiedere a Morricone che però ha detto di non volere commentare.
Ma questo è solo l’ultimo tassello di un puzzle che si arricchisce di giorno in giorno.
Il confronto con l’altra donna eletta sindaco a Torino, l’Appendino è impietoso per la Raggi ma questo dice a Grillo che c’è anche qualcuno che funziona nel suo Movimento.
Ed allora forse è il caso che Grillo intervenga drasticamente su Roma e si liberi della scomoda Virginia che altrimenti potrebbe risultare esiziale all’intero suo progetto.