Politica
Riforma pensioni, Draghi annuncia tavolo con i sindacati: al via da dicembre

Esulta la Lega: "Ottima notizia, il Governo ha recepito la nostra richiesta di modificare la legge Fornero"
Pensioni, Draghi annuncia in Cdm avvio tavolo riforma
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha annunciato in Consiglio dei ministri l'avvio del tavolo con i sindacati sulla riforma delle Pensioni. Lo riferiscono fonti di governo spiegando che il confronto dovrebbe partire a dicembre.
Lega: "Ottima notizia tavolo annunciato da Draghi"
"E' un'ottima notizia l'apertura del tavolo sulla riforma delle Pensioni, annunciata dal presidente Mario Draghi in Consiglio dei ministri, che recepisce cosi' una proposta della Lega. La notizia arriva dopo che il governo ha condiviso la necessita' di non tornare alla legge Fornero, accogliendo la mediazione proposta dalla Lega". E' quanto fanno trapelare fonti della segreteria leghista.
Tridico: "Non mi aspettavo Quota 102, ci sono modelli migliori"
"Sinceramente non mi aspettavo quota 102, pensavo avessimo capito tutti che il sistema è già rigido e quindi serviva flessibilità. Secondo me ci sono alternative migliori. Le quote rigide per anticipazioni pensionistiche non vanno bene". Così il presidente Inps, Pasquale Tridico ai microfoni di Skytg24.
"Noi -prosegue- la rigidità già ce l'abbiamo con la riforma Fornero, che prevede 67 anni e criteri di contribuzione per l'accesso alla pensione. Per le anticipazioni dunque, rispetto alla riforma ordinaria, si devono prevedere forme flessibili, altrimenti non colgono l'essenza del problema. Noi abbiamo un tipo di anticipazione che a mio avviso funziona bene che è l'ape sociale: il legislatore intravede che c'è una categoria di lavoratori e con la fiscalità generale consente loro di anticipare la pensione a 63 anni e 36 contributi", spiega ancora.
Ricordando di aver presentato una proposta alternativa che si muovesse appunto con una certa "flessibilità" all'interno del "sistema contributivo". "Nel sistema contributivo, infatti, le forme di flessibilità di sono e sono da sfruttare per consentire il pre-pensionamento solo con la quota contributiva che non grava sulla fiscalità generale" per poi 'saldare' l'intero importo, anche quello retributivo, una volta arrivati alla pensione di vecchiaia.
"C'erano dunque alternative migliori" spiega ribadendo come "quote rigide per le anticipazioni pensionistiche non vanno bene. Bisogna pensare alle donne con figli per consentirgli di lasciare il lavoro 1 o 2 anni prima sulla base del numero di figli, e a i giovani con carriere discontinue rendendo possibili riscatti di laurea gratuiti. E tutto questo, all'interno del modello contributivo, è possibile", conclude.
Pensioni, Damiano: "Più flessibilità per contributivo"
Allargare l'Ape social ai lavoratori precoci ed eliminare la barriera alla flessibilità per il contributivo. E' il percorso che suggerisce al dibattito poltico Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail alla luce della decisione del premier Mario Draghi di aprire ad un doppio confronto con i sindacati sulle pensioni.
"Nell'immediato - dice- va risolto nel confronto parlamentare il mancato allargamento ai lavoratori precoci previsto nella prima versione dell'Ape, avvenuto per le prime 67 categorie e non per le restanti: una inspiegabile asimmetria. Inoltre, è molto grave la mancata accettazione della proposta della Commissione di abbassare i contributi per i lavoratori edili da 36 a 30 anni per poter accedere all'Apesociale: adesso ne occorrono 36, difficili da raggiungere vista la discontinuità lavorativa dei cantieri e l'ampia presenza di lavoro nero. Si tratta di lavoratori che, purtroppo, muoiono molto spesso per le cadute dall'alto, soprattutto se over 60", spiega in una nota.
Per quanto riguarda i giovani "un primo passo si può compiere immediatamente", aggiunge: secondo la legge Monti-Fornero chi ha il contributivo puro potrà andare in pensione a partire dai 64 anni, a condizione che abbia un assegno pensionistico pari a 1.400 euro lordi mensili, che equivale a 2,8 volte il minimo di 500 euro. Un traguardo irraggiungibile, una beffa nei confronti del giovani con il lavoro discontinuo e sottopagato". "Questa barriera del 2,8 va eliminata: chi ha il contributivo ha diritto alla flessibilità senza vincolo e, se necessario, all'integrazione al minimo", conclude.