Riforme, 35 le firme per il Senato elettivo
Rischia di arenarsi la riforma del Senato. Arrivano a trentacinque le firme raccolte, a Palazzo Madama, per chiedere che il Senato venga eletto dai cittadini. Allo scadere del termine per la presentazione dei subemendamenti, 580 circa, Vannino Chiti e Felice Casson con Loredana De Petris di Sel, Mario Mauro dei Popolari e l'ex M5S Francesco Campanella, presentano 14 proposte di modifica al testo delle riforme gia' cambiato dei relatori.
"Il senato della Repubblica e' eletto su base regionale, garantendo parita' di genere, in concomitanza con la elezione dei consigli regionali", recita il testo appoggiato dai senatori che appartegono a gruppi diversi fra loro. Il numero dei senatori e' pari a 100 piu' sei senatori eletti all'estero.
"In maniera molto trasparente e palese voglio ribadire che nel Patto del Nazareno e' prevista l'elezione di secondo grado. All'interno di tutti i gruppi, a maggior ragione nel nostro, ma sicuramente anche nel Pd, ci sono senatori che ritengono sia meglio l'elezione diretta". Cosi' il capogruppo al senato di Forza Italia, Paolo Romani. "Sara' a mio avviso l'Aula a decidere. Se maggioranza protende per l'elezione diretta ne prenderemo atto".
Nel corso della riunione, si apprende da fonti parlamentari, non tutti i membri del gruppo FI a Palazzo Madama hanno concordato sull'elezione di secondo grado dei membri del nuovo Senato - e quindi sull'opportunità di tenere fede al Patto del Nazareno. Fra gli interventi a favore dell'elezione diretta dei senatori, c'è stato anche quello di Augusto Minzolini.