Politica
Roccella ad Atreju: “Egemonia culturale di Sx? Piccolo potere spaventato. Qui si parla di tutto, a Più Libri Più Liberi censurano gli editori di destra”
La ministra della Famiglia è intervenuta con Alessandro Giuli al dibattito "Pasolini e Mishima: poeti fuori dagli schemi"

La ministra Roccella ad Atreju: “La sinistra? Piccolo potere spaventato. Qui si parla di tutto, a Più Libri Più Liberi censurano gli editori di destra”
Atreju un luogo di confronto, la fiera dei libri che si è svolta alla Nuvola dell'Eur un po' meno. A farlo intendere le parole di Eugenia Roccella ad Atreju, dove ha partecipato al dibattito "Pasolini e Mishima: poeti fuori dagli schemi", insieme ad Alessandro Giuli, Ministro della Cultura.
"Io non ho mai creduto ad una egemonia culturale di sinistra, che comunque oggi non c'è più: c'è un piccolissimo potere spaventato. Noi qui ad Atreju parliamo di tutto, mentre a Più Libri Più Liberi non si può accettare un piccolo editore di destra", ha detto Roccella, in riferimento alle polemiche per la partecipazione alla fiera della casa editrice Passaggio al bosco. "Atro che egemonia, gli intellettuali di sinistra di uscire dalla comfort zone e dare un'occhiata a quello che c'è dall'altra parte. Ma Pasolini era esattamente l'opposto", ha insistito Roccella secondo la quale "Pasolini sarebbe felicissimo di essere ricordato qui, di poter parlare ad una platea così diversa da quelle a cui parlava perché lui era l'uomo della contraddizione dell'ambivalenza. Io l'ho sempre ricordato per l'incredibile curiosità, cosa che sembra mancare completamente agli intellettuali di sinistra della nuova generazione".
Giuli: "Una mostra per i 150 anni di rapporti Italia-Giappone"
Quanto al legame tra Pasolini e Mishima, "ci sono molti più punti in comune di quanto si possa immaginare, talmente tanti che ci sarà una mostra italo-giapponese molto importante con cui festeggeremo i 150 anni di rapporti diplomatici e culturali con il Giappone", ha aggiunto il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, accostando le due figure a "due maschere tragiche che hanno avuto un epilogo tragico a distanza l'uno dall'altro di cinque anni e hanno lasciato due testamenti esemplari, fondati innanzitutto sulla poetica del gesto esemplare. Entrambi hanno praticato nella scrittura la più grande libertà". A unirli, diversi punti in contatto: la vita come opera d'arte, ma soprattutto "il tentativo di infondere arte pura nella vita", ovvero "l'idea di teatralizzare la propria autobiografia e riempirla di contenuti fondati su due concetti fondamentali, il rimpianto e il sogno: due maschere tragiche."
Giuli ha poi ricordato i due testamenti lasciati dai due. Il primo, quello fondato sull'atto, ovvero sulla "poetica del gesto esemplare". Il secondo, invece, fondato sulla libertà ricercata nella scrittura. "Entrambi nella loro grande eloquenza ci hanno lasciato dei messaggi simili. Il rimpianto per un mondo che declina, il sogno di ripristinarlo attraverso non soltanto la scrittura, ma l'esempio", ha concluso Giuli.
