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Politica
Salvatore Iacolino (FI) ad Affaritaliani.it: “Alle Europee correremo da soli”

Di Tommaso Cinquemani

“A maggio ci sarà una lista di Forza Italia e un’altra che mette insieme l’area che fa riferimento a Mario Mauro, cioé l’Udc, Ncd e i Popolari per l’Europa. Mentre Fratelli d’Italia andrà per conto proprio”. Salvatore Iacolino, eurodeputato di FI, con una intervista ad Affaritaliani.it tratteggia l'assetto politico del Centrodestra in vista delle prossime Europee. E avverte: “Con lo sbarramento al 4% in molti rischiano di non entrare”. E sull'ipotesi che le Politiche coincidano con le Europee è possibilista: “In tre mesi potremo già vedere se il governo farà le riforme. In caso contrario la finestra elettorale potrebbe essere quella di maggio”. A Bruxelles sono in molti a chiedere che il governo Letta duri, ma per Iacolino “rispetto ad un governo timido, come quello Letta, è chiaro che bisogna preferire le urne”.

Onorevole Iacolino, si parla sempre più di elezioni in primavera. Lei crede che sia una ipotesi percorribile?
“Noi stiamo incalzando il governo Letta su alcune questioni, come la riduzione della pressione fiscale, l’Imu, la competitività e la Giustizia. Confidiamo che il governo sia coerente con le ragioni per le quali è nato ed intervenga su questi temi. Se tutto questo non dovesse trovare coerente sviluppo, diciamo nei prossimi tre mesi,  allora l’ipotesi di voto anticipato ventilata da Berlusconi potrebbe avere una sua concretezza”.

Quando si potrebbe votare?
“In tre mesi potremo già vedere se il governo farà le riforme. La finestra elettorale potrebbe essere quella di maggio. Certamente un banco di prova sarà quello della legge elettorale. Per noi punti fermi sono il sistema bipolare e il maggioritario. Il proporzionale non mi pare una ipotesi sul tappeto. La vogliono solo i ‘nostalgici del centrino’, come li chiama qualcuno”.

A Bruxelles come è valutata l’ipotesi di voto anticipato?
“L’Europa, come principio di carattere generale, punta alla stabilità e a governi duraturi. Però rispetto ad un governo timido, come quello Letta, è chiaro che bisogna intervenire”.

Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea, è stato molto critico con il nostro Paese.
“Rehn è un finlandese, filotedesco, che fa quello che gli dice la Germania. Il problema che avranno i nuovi onorevoli che arriveranno al Parlamento europeo con l’inizio del semestre italiano sarà quello di farsi sentire bene dai partner tedeschi e scandinavi”.

Il Centrodestra a Bruxelles è diviso in almeno quattro formazioni: Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Fratelli d’Italia e i Popolari per l’Europa. Ci sarà un ricompattamento in vista delle Europee?
“No, io immagino una lista di Forza Italia e un’altra che mette insieme l’area che fa riferimento a Mario Mauro, cioé l’Udc, Ncd e i Popolari per l’Europa. Mentre Fratelli d’Italia andrà per conto proprio. Con 17 deputati su 34 FI si conferma la prima forza a Bruxelles. Ricordo poi che con lo sbarramento del 4% in molti rischiano di non entrare”.

In molti sondaggi le quotazioni dell’Unione europea sono al ribasso. L’Ue viene percepita sempre più come una matrigna crudele. Che cosa c’è nell’Europa che allontana i cittadini?
“Ci son alcune cose che non vanno: una tecnocrazia imperante, una rigidità di procedure, una difficoltà a rendere solidale il progetto europeo, ne è un esempio la questione dell’immigrazione. A questo proposito sono riuscito ad approvare che Frontex, l’agenzia Ue per l’immigrazione, che ha sede in Polonia, abbia una sezione distaccata in Italia. Una piccola vittoria a cui tengo molto”.

Gli elettori hanno spesso la sensazione che a Bruxelles gli onorevoli ‘dormano sui banchi’ invece di lavorare. E’ così?
“Certo alcuni colleghi sono poco attivi, ma la maggior parte lavora seriamente. Per fare un esempio ho appena ricevuto un riconoscimento importante come la Procura europea”.

Di cosa si tratta?
“E’ un po’ una procura nazionale antimafia estesa a livello europeo. Nasce per tutelare gli interessi finanziari del bilancio europeo, ma ha come obiettivo il contrasto al crimine transnazionale su tutta l’Europa”.

Che cosa pensa del fronte di destra euroscettico che si sta formando e che mette insieme il Front National di Marine Le Pen e  la Lega Nord?
“Il rischio concreto è che a maggio ci troveremo molte delegazione, anche piccole, che saranno euroscettiche. Non sarà semplice confrontarsi con loro. Pensiamo solo a Grillo, se conferma il suo 20% avrà dai 15 ai 18 deputati.  Il problema della deriva populista e di una Europa euroscettica c’è”.

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