Salvini (e Borghi), Lega, faraone generale della Toscana!
Salvini fa fuori Berlusconi come capo dello schieramento nemico del centrosinistra. Almeno in Toscana con Borghi. Salvini e la Toscana. I due sembrano decisi a stringere un patto in vista delle elezioni regionali (e dopo il voto si vedrà). Quanto l’alleanza valga elettoralmente lo capiremo più in là. Intanto si possono fare due osservazioni sulla svolta: 1) è la conferma che per il Cavaliere l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale ha segnato uno strappo forte nei rapporti con il premier; 2) è la fine quasi certa del disgelo, che nei giorni scorsi per la verità si era appena intravisto, tra Forza Italia e il Nuovo Centrodestra, visto che per siglare l’intesa il leader del Carroccio ha chiesto esplicitamente che ne restino esclusi gli alfaniani. Ma la mossa è davvero conveniente per Berlusconi? Non c’è per lui rischio di sottrarsi a un abbraccio pericoloso con l’avversario Renzi per finire nelle sabbie mobili di una coalizione nella quale sarà un altro il leader nuovo e forte? Quanti italiani gradiranno l’unione con una forza dichiaratamente avversaria dell’euro?
La novità, se confermata, avrà parecchi effetti anche in Toscana, dove Forza Italia aveva già chiuso l’accordo con Ncd per la candidatura del grossetano Giovanni Lamioni, un moderato. Tutti presi in contropiede, tutto da rifare, dunque. Il leader toscano di Forza Italia, Massimo Parisi, cerca di ritrovare il bandolo della matassa con Berlusconi. Salvini ha però già fatto sapere che toccherà alla Lega designare l’anti Rossi. Un nome e un cognome sono già sul tavolo: Claudio Borghi, milanese, 45 anni, economista. Vice di Salvini e nemico dell’euro. Una candidatura tutt’altro che incolore, insomma.
Claudio Borghi in un fotomontaggio sulle Diecimila lire.
Il centrosinistra mostra sicurezza. Le previsioni per ora gli danno ragione. Così come gli indici di popolarità, finora sempre costanti, tengono alte le quotazioni di Enrico Rossi. Il Pd toscano sta cercando di dare un piglio renziano al programma di legislatura, ma la ricandidatura del governatore è pur sempre una scelta di continuità. Vedremo se una delle due offerte politiche riuscirà a riportare alle urne almeno in parte coloro che nelle ultime tornate elettorali si sono astenuti nella nostra regione. Un partito che potrebbe pesare parecchio se improvvisamente tornasse in gioco.