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Politica
Salvini nella città di Modugno: “Troppi no dai 5s. Hanno paura della flat tax"

Duemila persone alle 22.00 di sera per attendere il leader della Lega Matteo Salvini al Wonder Beach Club tra Mola di Bari e Polignano a Mare. Il 09 Agosto mai nessun politico nella vita si sarebbe sognato di parlare dinanzi ad una platea così nutrita e soprattutto d’organizzare un evento simile, ma evidentemente non esiste nessun ostacolo quando sei una rockstar per le genti.

Beniamino delle folle, non mi viene altro termine per coniare l’effetto Salvini, palco da concerti, prato, stand con i ticket per birre e panini, roba che farebbe impallidire perfino Jovanotti che in questa estate 2019 si sta contendendo le spiagge proprio con il “Capitano”. La politica è davvero cambiata ed è lui stesso ad ammetterlo: “Quanti di voi hanno già partecipato ad un comizio di partito? Ecco, vedo tanti. Io non farò un comizio classico, vi racconto due-tre cose in questa notte di San Lorenzo e poi vi lascio andare.”

Il Vice-Premier e Ministro dell’Interno difende il ruolo ed il lavoro svolto sino ad oggi: “Mi porto dietro sempre l’articolo, nel 2016 con Renzi in quattro giorni sbarcarono 13mila persone, con me in otto mesi 4mila. Sono comunque tanti ma la musica è cambiata. Mi arrabbio quando penso all’Italia di prima che veniva derisa all’estero.”

E smonta lo storytelling grillino che vedrebbe nelle intenzioni del Carroccio la non volontà di tagliare i parlamentari: “Chi si sognerebbe con 7 ministeri di portare il Paese alle urne? Abbiamo lasciato la poltrona, lunedì voglio i parlamentari a Roma. Anche a Ferragosto devono essere operativi, alzassero il culo e tornassero dalle vacanze. Noi chiediamo il voto perché abbiamo ricevuto troppi no in questi mesi.”

Un gruppo nutrito di persone inneggia al “15%” con dei cartelli in vista: “Ad esempio sulla Flat Tax ho trovato i grillini timidi. Hanno paura, mi dicono che non posso abbassare le tasse a tutti. Forse a tutti no, non faccio miracoli, ma è pur vero che il carico fiscale va abbattuto invece picchiano sul salario minimo. Ho detto a Di Maio, ‘amico mio, se non abbassi le tasse come vuoi che paghino gli imprenditori stipendi più alti’?”

Sulla giustizia: “Aspetto un anno e poi mi portano sul tavolo una riforma della giustizia all’acqua di rose. Ma che riforma è quella in cui i processi, civili o penali, possono durare ancora dieci anni e più? Se uno è colpevole vada dentro, se innocente si chiuda il processo. E se un Magistrato sbaglia, paghi! Come tutti i professionisti.”

E sul finire, prima di dedicarsi alle ore di selfie: “Mi fermate spesso per dirmi grazie. Sono io a ringraziare voi. Spero di essere al vostro servizio per molti anni ancora. Sento troppe assonanze nei discorsi di Di Maio e del PD, forse è una mia percezione sbagliata. Dico solo che dopo questo Governo c’è il voto e c’è il parere degli italiani. Poi deciderete voi.” Chicca di rilievo sono i giornaloni come Repubblica presenti alla kermesse, oltre a scrivere pezzi di continue contestazioni che francamente non si vedono, o se si dovessero palesare durano dieci minuti con dieci persone a margine dagli eventi, un loro inviato a fine foto chiedeva agli astanti: “Quanto ha aspettato per la foto? Me la fa vedere? Ne è valsa la pena?” Se c’è coda è ovvio che si aspetti un po’ e, se uno decide d’aspettare, è ovvio che ritenga valido il tempo impiegato, altrimenti non sarebbe lì. Lo sguardo degli intervistati per l’idiozia della domanda tradiva un profondo sconcerto su questo modo di fare giornalismo.

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