Matteo Salvini ha detto : “ I valori di una certa sinistra che fu, quella di Berlinguer, del lavoro, degli artigiani, sono stati raccolti dalla Lega”. Nicola Zingaretti ha replicato, con disprezzo : “Che pena… chiamate il 118 !”. E Michele Serra : “Salvini dimostra della sensibilità da don Rodrigo. E gode dello sfregio, che sa di impartire a qualche milione di italiani, vivi e vegeti, che a don Enrico e al PCI (anche a Togliatti, obbediente a Stalin ?) hanno voluto bene”.
Il capo del Carroccio, tuttavia, ha posto un problema politico : i lavoratori, che in passato votavano PCI, oggi, travolti dalla crisi economica, non votano più Pd, che non risolve i loro problemi. Rispondere, come qualcuno ha fatto, misurando la pancaia del nobile sardo e quella del successore di Bossi serve a buttarla in caciara. Non aiuta il partito di Zingaretti a riprendere i tanti consensi perduti. Matteo Salvini ha, evidentemente, sviluppato la vulgata della Lega-costola-della-sinistra, di dalemiana memoria. E si è “allargato”, come si dice a Roma.
Oggi, tra il il capo del PD e quello della Lega, non c’è gran feeling, come quello tra Bossi e D’Alema, nei primi anni 90. Quindi, se Salvini-che ha un buon rapporto con la figlia di Berlinguer, marchesa Bianca-ha esagerato nell’accostarsi al mitico leader comunista, lo ha fatto per rafforzare la sua credibilità con i i settori del popolo, trascurati dalla sinistra. Costoro sono critici sugli accordi di vertice e con gli inciuci con i grillini dei dirigenti del PD, ritenuti subalterni a Giuseppi Conte, che non è il nuovo Alcide de Gasperi, e ad Alfonso Bonafede, che non è il nuovo Palmiro Togliatti....
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