Scandalo Mose, Galan si difende: "Sulla mia casa dette fesserie"
"Non ho le colpe che mi vengono attribuite dai miei accusatori". Così il deputato di Fi Giancarlo Galan, nel corso di una confernza stampa a Montecitorio, si difende dalle accuse che gli sono state mosse nello scandalo Mose. "Chiedevo che i magistrati mi ascoltassero e che fossero i primi a farlo, nel 2013 quando sono stati arrestati i miei attuali accusatorti e volevo che mi ascoltassero all'inizio di questa vicenda. Non hanno voluto farlo e ora sono qui", ha aggiunto Galan, coinvolto nell'inchiesta sul Mose.
La Procura è di tutt'altro avviso: nelle carte dell'inchiesta Mose si parla di "cospicue operazioni commerciali nel Sud Est asiatico" nell'ordine di 50 milioni di dollari, trovate in documenti in possesso del 'prestanome' Paolo Venuti, per le quali emergerebbe "la riconducibilità alla famiglia Galan"
Galan se la prende anche con i giornalisti: "Nel frattempo non è che non abbiate scritto le peggiori infamie. Io so che il politico è un mostro, ma mi aspettavo più rispetto nei confronti miei e della mia famiglia", ha detto, illustrando la memoria difensiva depositata in Giunta per le autorizzazioni alla Camera relativamente all'inchiesta Mose e alla richiesta di arresto."Sulle mie condizioni patrimoniali - ha proseguito - e sulla casa sono state dette fesserie colossali. Non esiste una parola sul fatto che io abbia avuto soldi.
La casa. Galan si è soffermato ad analizzare le accuse rivoltegli sulla casa: "La casa fu acquistata a un'asta giudiziaria nel 1999 per 300 milioni di lire da un dentista di Pantelleria, dopo che l'asta era andata deserta 15 volte. Io la compro nel 2005 per un prezzo di poco inferiore a un milione di euro, quindi la pago sei volte tanto, perché era già restaurata (ha detto mostrando le foto della casa prima che la comprasse) altro che restauro miliardario, balle!".
"Il dentista l'ha restaurata prima, le cifre che ho speso io sono 400 milioni nella parte centrale e 300 mila euro, in tutto 700 mila euro per i quali ho contratto mutuo per 200 mila euro, e i lavori non sono finiti nel 2011 ma nel 2007, perché ci dormivamo e pagavo le bollette, nel 2009 al mio matrimonio Silvio Berlusconi ci ha dormito. Una colpa la ammetto: abbiamo tardato la dichiarazione di fine lavori per un motivo fiscale, per il pagamento dell'Ici", ha confessato Galan.