Scelta Civica si spacca sull'alleanza col Pdl
Una riunione franca, a sprazzi dura, sicuramente "utile" per chi vi ha partecipato, quella che si e' tenuta questa mattina al Senato tra i gruppi di Scelta Civica di Camera e Senato. All'ordine del giorno ci sono le valutazioni sul governo e su come e' stata condotta la trattativa, ma anche sulla prospettiva politica del partito: "le motivazioni che impedivano un accordo piu' organico con il Pdl", avrebbe spiegato Mario Monti ai suoi, "sono venute meno" con il varo del governo di larghe intese. La strada che Scelta Civica deve percorrere, dunque, e' quella di una alleanza piu' strategica con il partito di via dell'Umilta'. Un ragionamento sul quale in molti si sarebbero trovati d'accordo. Piu' malumori, espressi anche con toni accesi, suscita invece la discussione sulla trattativa per il governo. Tra i critici, oltre alla componente di Italiafutura, anche molti cattolici. Nei giorni precedenti, nel partito, si era fatto con insistenza il nome di Andrea Riccardi e, fino a venerdi' sera, quello del ministro della Cooperazione Internazionale e Integrazione era rimasto uno dei 'nomi caldi' per il governo che ci si apprestava a varare. Sabato, pero', le cose sono cambiate e dalla Sala del Governo di Montecitorio, la delegazione di Scelta Civica esce con la sicurezza di avere tre nomi nell'esecutivo: Enzo Moavero, Mario Mauro e Gianpiero D'Alia.
"Il bicchiere e' mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda che a parlare sia un ministro o un escluso", taglia corto un senatore con spiccato senso pratico. Perche' e' vero: durante la riunione presieduta da Mario Monti c'e' chi chiede un processo alla delegazione che ha condotto la trattativa. Ma e' vero anche che lo stesso Professore si e' congratulato con Andrea Olivero, Mario Mauro, Lorenzo Dellai e Lorenzo Cesa per il risultato ottenuto. La nomina di Fabrizio Saccomanni, poi, rende particolarmente contento Mario Monti: "Una persona importante per il Paese", lo ha definito nel corso della riunione. Non e' bastato a placare gli animi, i mancati ministri e i loro 'sponsor' si sono fatti sentire: Ministeri 'leggeri' quelli ottenuti, accusano, che niente hanno a che vedere con la proposta programmatica del partito, dall'economia al lavoro, dallo sviluppo alle riforme e all'alta formazione. E si spingono a sostenere che "a questo punto sarebbe stato meglio rimanerne fuori". Una opzione nemmeno presa in considerazione dallo stato maggiore del partito e dal professore che di larghe intese e grandi coalizioni ha parlato sempre, fin dalla sua pubblicistica. "Ma la Pubblica Amministrazione", e' la replica di chi in Scelta Civica, sostiene la bonta' dell'operato della delegazione, "e' un ministero che in questo momento ha grandi potenzialita': di li' passa la riorganizzazione della macchina dello Stato". E poi c'e' la Difesa, "che non puo' essere considerato un ministero leggero", per non parlare delle politiche europee: "Enzo Moavero si occupa di uno dei temi 'cardine' del programma di Scelta Civica".