Scoppia la grana del Senato per Alfano. Chiti attacca: "Facciamo un referendum"
LA POLEMICA NEL PD/ Il ministro Boschi alla minoranza: "Non frenate". La replica: "Non ci attacchi, e guardi i numeri" |
"Non si puo' dire che chi vuole l'elezione diretta del Senato non vuole le riforme". Lo ha ribadito il senatore Pd, Vannino Chiti, in Commissione Affari Costituzionali, di fronte al ministro Maria Elena Boschi. "Ci sono due questioni - ha detto - da sgombrare: che chi ritiene giusta l'elezione diretta non voglia le riforme, si tratta di un errore e di un'assurdita'. Se la maggioranza dei parlamentari vuole l'elezione diretta le riforme galoppano". Ed e' "vero - ha aggiunto - che negli interventi gran parte vanno in direzione di un Senato che abbia una base di legittimazione dal diritto di voto ai cittadini. Fermo restando che la Camera avra' il rapporto fiduciario".
Il Senato ha due funzioni, ha affermato Chiti, "di garanzia, per l'equilibrio dei poteri, e di rapporto con i territori". E "Sono due funzioni da tenere insieme". Poi proseguendo nel suo intervento: "non siamo al Senato tedesco, al Bundestag, che presuppone governi regionali e un federalismo solidale delle Regioni".
E ancora: "continuo a ritenere che, nel momento in cui la democrazia viene sfidata, dal populismo reazionario e dal populismo che e' per la rappresentanza diretta, a quest'ultimo la democrazia deve dare sbocco perche' senno' questo diventa di contrapposizione", ga detto ancora Chiti che ha chiosato: "non mi offendo se qualcuno non la pensa cosi'. Mi amareggia sentir dire che chi difendere il diritto di voto dei cittadini vuol dire stroncare le riforme. Il voto dei cittadini esprime sovranita'". Quanto al patto del Nazareno con FI: "giudico positivo l'impegno per coinvolgere il piu' ampio arco di forze politiche. Allo stesso modo non puo' essere un rapporto a senso unico" e bisogna sforzarsi "se accettano" di coinvolgere anche "il Movimento 5 Stelle, Sel e gli altri partiti" dell'opposizione. E se il coinvolgimento deve essere il piu' ampio possibile ha senso che il governo, "legittimamente avanzi una sua proposta" e che non metta pilastri piu' o meno superabili, perche' altrimenti significa con una mano promuovere la convergenza con l'altra svuotarla". Per Chiti ci sono le condizioni "perche' la riforma del Parlamento venga approvata nel 2014 con un'ampia convergenza e perche' si vada nel 2015 al referendum perche' l'ultima parola deve essere dei cittadini", non con una contrapposizione tra le forze politiche "ma alla luce del lavoro svolto per un nuovo patto di fiducia". Il ministro Bossi, viene riferito, ha lasciato la Commissione Affari Costituzionali dopo l'intervento di Chiti per andare a votare la fiducia alla Camera.
Intanto, oltre a Chiti, ci sono molti altri che hanno dubbi sul Senato non elettivo. Per esempio, stando a rumors, 25 senatori su 32 di Ncd non sarebbero a favore della tanto sbandierata riforma di Renzi. Che cosa farà Alfano? Cederà anche su questo punto oppure terrà duro?