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Politica

"In settimana c'éi[l doppio atto normativo sulla scuola. Continuare a seguirci, a criticarci: ma partendo da un presupposto. Stiamo facendo sul serio". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, all'iniziativa del Pd 'La scuola che cambia, cambia l'Italia'. "Nel mese di marzo si parte sulla Rai. A novembre speriamo di poter licenziare tutti i testi. Continuate a mandarci mail, risponderemo spiegando anche perchè alcune cose non possiamo farle", ha aggiunto Renzi. "Lo so che gli addetti ai lavori non si fidano piu della politica. La frustrazione porta gli insegnanti a non crederci piu', nello Stato. Ma sbagliano".

"Stiamo facendo passare l'idea che se a scuola c'è un problema con un alunno è comunque colpa dell'insegnante e mai dei ragazzi. Questo è profondamente sbagliato". Il premier ha sotttolineato: "Quando andavo a scuola io, se l'insegnante chiedeva di parlare con i miei genitori, loro mi alzavano da terra...". Dal presidente del consiglio arriva uno appello "Basta giocare sulla pelle degli insegnanti precari: non possiamo consentire di fare della figura dell'insegnante uno che prima di avere la cattedra e' demotivato da anni di precariato".

Fuori dall'auditorium un gruppo di una trentina di studenti di scuole superiori ha contestato Matteo Renzi, con un presidio all'angolo tra via Milano e via Palermo, a Roma, cioe' a poche decine di metri dell'auditorium in cui si tiene l'iniziativa del Pd sulla Scuola. "Parlate anche con gli insegnati!". Cosi' un un gruppetto di contestatori si e' rivolto al premier Matteo Renzi nel corso dell'iniziativa. "Sono sei mesi che parliamo con gli insegnanti", ha risposto Renzi. "Le classi pollaio sono inaccettabili. Si arriva al punto di non conoscere nome e cognome dei propri studenti". "Su decine di insegnanti, ci sono esempi di bellezza fulgida e altri che non sono degni del compito che gli e' stato assegnato". "Perdiamo tanti ragazzi che possono essere recuperati alla scuola. Quello della dispersione scolastica deve diventare un tema centrale nel nostro dibattito", ha spiegato poi il premier. "In futuro chiederemo autonomia anche dal punto di vista economico, cosi' che una parte della dichiarazione dei redditi possa andare a una singola scuola", ha aggiunto Renzi.

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