Se abbia senso abolire l'Imu
Di Gianni Pardo
Se si dice che dovunque, in Europa, la casa è tassata, non si è lontani dal vero. Anche se una piccola indagine mostra che ci sono Paesi in cui la prima casa è tassata in modo lievissimo: un quarto o meno di ciò che costa in Italia. Ma è clamorosamente falso che, se si abolisse l'Imu, l'Italia sarebbe l'unico Paese in cui la casa non è tassata: infatti lo è già abbondantemente, e lo rimarrebbe, con la scusa formale della spazzatura. Formale perché il tributo va pagato anche se i rifiuti non sono rimossi per lungo tempo, come è avvenuto a Napoli. La famosa "tassa" infatti non è una tassa, è un'imposta: e nessuno può sottrarsi ad essa dimostrando di non produrre spazzatura o chiedendo di occuparsene personalmente. Nei casi limite, salvo errori, la differenza fra tassa e imposta è evanescente. Posso non pagare l'Iva su una pelliccia semplicemente non comprandola, e dunque è erroneo chiamarla Imposta. Ma per non pagare l'Iva sull'elettricità dovrei vivere come un cavernicolo. E dunque l'Iva sull'elettricità appare un'imposta commisurata al consumo. Analogamente abbiamo dubbi personali sulla distinzione fra imposta sul reddito e imposta sul patrimonio. All'ingrosso, reddito è lo stipendio mensile e patrimonio è la bella villa. Ma anche qui: il singolo che non ha la casa di proprietà deve, per ipotesi, pagare mille euro al mese di pigione, mentre chi è proprietario non pagherà nulla ed è come se dal suo bene ricevesse mille euro al mese. In questi casi però il cittadino dice: "Io questa casa me la sono conquistata con mille sforzi e con denaro già tassato. Ora mi pare semplicemente giusto che possa beneficiarne senza pagare tasse".
E l'argomentazione sembra plausibile. Tuttavia è facile vedere che analoga presunta ingiustizia lo Stato applica anche all'automobile, anch'essa acquistata con sacrifici; ai risparmi su cui sono già state pagate le tasse; insomma su ogni bene su cui riesca a mettere le mani. Il vero difetto non è in quella o quell'altra esazione: bisognerebbe protestare non contro l'Imu o contro le tasse sull'automobile, ma contro l'eccessiva pressione fiscale, in tutte le direzioni. In sé la tassa sulla casa non è assurda, è insopportabile quando si aggiunge, ad esempio, ad una "tassa sulla spazzatura" divenuta esosa e già da sola insostenibile. Non dimentichiamo che tutte le tasse e tutte le imposte escono dalla stessa tasca. Il caso degli immobili è esemplare. Da un lato l'equo canone, dall'altro l'eccesso di pressione fiscale hanno fatto sì che i proprietari, non ricavando quasi niente dalle loro case (a volte occupate da un inquilino moroso che lo Stato non è capace di fare sloggiare) hanno preferito venderle. È questa la ragione per la quale il mercato delle locazioni è stato strangolato e gli italiani per l'ottanta per cento vivono in casa propria. Non è che siano ricchi: è che non hanno trovato un appartamento conveniente da prendere in locazione. Ma l'Italia vive immersa nei suoi miti. Nell'immaginario collettivo il padrone di casa è un nullafacente che si gira i pollici mentre i suoi numerosi inquilini sgobbano per pagargli ogni mese di che vivere negli agi: è questa la ragione per la quale si parla con tanta ingordigia di "patrimoniale". Nella realtà i proprietari italiani sono spesso più poveri di altri perché subiscono ogni mese, per decenni, il salasso di un mutuo pesante. E non parliamo di chi possiede qualcosa oltre la casa in cui vive: è un profittatore e uno sfruttatore. Uno che va colpito senza pietà. Si vedano le aliquote dell'Imu sulla seconda casa. Il risultato, ancora una volta, è che si sono costretti i cittadini a non investire in immobili, sicché l'edilizia, con tutto il suo immane indotto, ne è rimasta paralizzata. Lasciando senza reddito milioni di lavoratori. Comunque lo si veda, il problema non è solo l'Imu: è l'eccessivo peso dello Stato. Tanto che si è tentati di ironizzare: se si reputa inamovibile l'Imu, perché non si abolisce l'imposta detta della spazzatura? Gli italiani ne sarebbero contenti. L'idea così corrente a sinistra che col potere di imposizione lo Stato possa spremere indefinitamente i cittadini senza che ne derivino dei danni persino al gettito fiscale, dimostra tutta la sua ingenuità.