Senatori a vita, il rebus di Napolitano
Dopo la scomparsa di Emilio Colombo ne sono rimasti solo tre: uno di diritto perche' ex presidente della Repubblica (Carlo Azeglio Ciampi) e due di nomina presidenziale (Mario Monti e lo stesso Giorgio Napolitano). Secondo la Costituzione, in uno dei suoi articoli piu' variamente interpretati, i senatori a vita di nomina presidenziale devono essere al massimo cinque. Recita l'articolo 59: "Il Presidente della Repubblica puo' nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario". Per anni, a cominciare con la presidenza Pertini e poi con quella Cossiga, la norma e' stata interpretata in maniera estensiva. Vale a dire: ogni Presidente puo' nominarne fino a cinque.
Per ristabilire un'equilibrio parlamentare che altrimenti poteva risultare compromesso, Oscar Luigi Scalfaro non ne nomino' nemmeno uno. Alla cifra di cinque si torna invece con la presidenza Ciampi (Luzi, Rita Levi Montalcini, Pininfarina lo stesso Napolitano e Colombo, scomparso ieri). Oggi Napolitano si trova con il problema contrario a quello di Scalfaro: tenere attivo un istituto di rilievo costituzionale che in questo momento e' vicino alla cancellazione de facto.
Oggi non e' certo la giornata adatta per esercitare pressioni a riguardo: dal Colle si fa sapere che l'impegno semmai e' per il lutto per Emilio Colombo, un padre costituente, piu' volte ministro degli esteri e presidente del Consiglio nonche' internazionalmente riconosciuto come uno dei grandi europeisti del secodo dopoguerra. Con lui, ha voltuo ricordare Napolitano, "scompare l'ultima figura di spicco di quella straordinaria esperienza fondativa della nuova democrazia italiana che fu l'Assemblea Costituente. Insieme con le innumerevoli occasioni di discussione e di amichevole confronto che ho avuto con lui nel corso di oltre mezzo secolo desidero ricordare con sincero apprezzamento gli anni piu' recenti nei quali l'ho visto all'opera con straordinaria dedizione, assiduita' e dignita' come Senatore a vita piu' che mai legato a una tradizione di autentico rispetto delle istituzioni democratiche".
La questione della nomina di nuovi senatori a vita, comunque, pare destinata ad emergere nelle prossime settimane, o piu' probabilmente dopo la pausa estiva. Napolitano, infatti, ha bisogno che decanti l'attuale fase di defribilizzazione politica. Ancora nelle passate settimane la faccenda era andata intrecciandosi a quella del destino personale, politico e indirettamente anche giudiziario di Silvio Berlusconi. Piu' volte, da parte del Pdl, e' stata avanzata l'ipotesi di una nomina a senatore a vita per il fondatore del partito, anche in concomitanza con l'assegnazione dello stesso tipo di laticlavio a Romano Prodi. Ipotesi sfumata, se mai e' stata ritenuta concreta.
Anche perche' la seconda parte del suddetto articolo 59 della Costituzione precisa che la nomina riguarda benemeriti in "campo sociale, scientifico, artistico o letterario". Il campo politico non viene citato, e Napolitano sembra tendere a indirizzarsi verso nomine piu' facilmente identificabili con la societa' civile. Grandi direttori d'orchestra, scrittori, intellettuali.