Politica
Sfarzo e distanza: così la sinistra regala terreno alla destra
In tempi di crisi, la festa patinata della sindaca di Genova Silvia Salis diventa un boomerang: senza misura e sobrietà la sinistra appare distante. E la destra incassa.

Silvia Salis
Sfarzo e distanza: così la sinistra regala terreno alla destra
Capita, a sinistra, di dimenticare che ogni gesto pubblico è politica. La festa sfarzosa per i quarant’anni della sindaca di Genova Silvia Salis, con luci e passerelle, è sembrata un’istantanea fuori fuoco rispetto all’umore del Paese. Mentre salari e servizi arrancano, mentre le famiglie genovesi fanno i conti con affitti in salita e liste d’attesa interminabili, l’immagine che arriva è quella di una classe dirigente che si autocelebra. Non è moralismo: è questione di segnale. Se dici di rappresentare chi stringe i denti a fine mese, non puoi metterti in scena come chi abita un altro mondo. In un altro tempo, un episodio del genere avrebbe aperto un confronto serio negli organismi di partito sì, persino una deferita al comitato federale della Federazione del PCI di Genova non sarebbe stata un’eresia non per punire un compleanno, ma per ricordare che forma e sostanza, quando parli di popolo, coincidono.
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Oggi basterebbe recuperare una bussola semplice: misura, sobrietà, prossimità. Sarebbe bastato un gesto opposto: un’iniziativa nei quartieri popolari, una raccolta fondi per un consultorio, una serata in uno spazio civico davvero accessibile. Piccoli segni che pesano più di mille parole, perché parlano la lingua di chi vive la città ogni giorno. La presenza o anche solo l’assenza di dissenso di dirigenti dell’area progressista a eventi così patinati non è un dettaglio di costume: è un errore strategico. Regala all’avversario la narrazione più facile: loro sobri e “concreti”, noi scintillanti e distratti. È il contrario di ciò che servirebbe per contendere il Paese alla destra. La sinistra vince quando è riconoscibile: quando sceglie luoghi popolari, simboli comprensibili, linguaggi semplici; quando mette in fila priorità materiali casa, lavoro, trasporti, sanità, scuola e le difende con coerenza giorno dopo giorno.
Non c’è nulla di proibito nel festeggiare. C’è però tutto di sbagliato nel farlo come se fuori non esistessero precarietà e bollette. Chi chiede fiducia deve assumersi un vincolo di sobrietà: meno scena, più strada; meno red carpet, più assemblee; meno vanità, più organizzazione. Vale per Genova, vale per l’Italia intera. Se davvero vogliamo cambiare i rapporti di forza, il primo passo è smettere di offrire assist gratuiti a chi governa. La politica non è un set fotografico: è la capacità di tenere insieme il dire e il fare, il simbolo e la sostanza. E oggi davanti a quella festa la sostanza dice che abbiamo sbagliato tono, luogo e messaggio.