Politica
Berlusconi è di “sinistra”?
L'analisi di Giuseppe Vatinno
Partiamo sempre dalla attualità, come i manuali di giornalismo ci insegnano.
Ed allora partiamo dalla recentissima alleanza romana, in vista delle amministrative di giugno, di Berlusconi con Marchini di chiara connotazione centrista “contro” la coalizione “di destra” di Salvini – Meloni.
Ma questo è solo uno spunto per cogliere l’occasione di fare qualche riflessione più generale, come si conviene per un uomo che comunque fa parte determinate della storia politica italiana.
La domanda da cui partire è forse: “Berlusconi è un uomo di destra?”, equivalente, per negazione, a quella del titolo.
La questione non è scontata perché per analizzare il “fenomeno B.” occorre leggere la sua storia imprenditoriale e successivamente politica alla luce della sua complessa e per nulla pienamente decifrata “vera natura”.
Berlusconi è stato ed è, indubbiamente, un grande imprenditore che dal nulla è riuscito a costruire un impero economico e finanziario.
Pochissime note per orientarsi.
Nato in una famiglia della piccola borghesia lombarda, il padre in banca e la madre segretaria in Pirelli, il piccolo B. fa studi “dai preti” ; particolare non trascurabile perché anche se si tratta di salesiani e non di gesuiti l’ imprimatur resta per sempre.
Laurea con lode in giurisprudenza con una tesi (premiata con 5 milioni di lire dell’epoca) -indovinate un po’-, sulle inserzioni pubblicitarie.
Inizia da imprenditore edilizio nel 1964 con Edilnord e nel 1978 (dopo la sentenza del 1976 che apre alla Tv privata) acquista Tele Milano (che poi diverrà Canale 5); nel 1986 acquista il Milan e del 1994 la “discesa in campo” con Forza Italia.
Il resto è storia nota e facilmente reperibile nell’ormai sterminata pubblicistica sull’argomento.
Ma torniamo alla domanda di partenza: Berlusconi politicamente da che parte stava?
A leggere quanto scritto su di lui il primo amore politico di Berlusconi fu il Partito Socialista Italiano (PSI) di Bettino Craxi, che conobbe, tramite l’architetto milanese Silvano Larini a metà degli anni ’70 a Milano.
L’amicizia con Craxi è del tutto evidente e suggellata anche nella vita personale dal fatto che Bettino fu il padrino, nel 1984, del battesimo di Barbara Berlusconi, sua figlia.
Il 16 ottobre 1984 è la data del cosiddetto “Decreto Berlusconi” in cui Bettino Craxi apre alle Tv private per legge, visto i problemi che fino ad allora avevano avuto con la magistratura per le trasmissioni in diretta sull’intero territorio nazionale.
Nel 1992 e quindi alle soglie di Tangentopoli Berlusconi dice, parlando dei precedenti governi Craxi (1983 -1987):
Ma c'è un altro aspetto che mi sembra importante, ed è quello della grande credibilità politica di quel governo. La grande credibilità politica sul piano internazionale, che è - per chi da imprenditore opera sui mercati - qualcosa che è necessario per poter svolgere un'azione positiva in ambienti anche politici sempre molto difficili per noi italiani, e qualche volta addirittura ostili
Intanto, nel 1992, Di Pietro arresta il “mariuolo” Mario Chiesa (come lo definì Craxi stesso) ed inizia ufficialmente il periodo di Tangentopoli. Craxi , nel 1993, viene raggiunto da diversi avvisi di garanzia ed espatria ad Hammamet mentre Berlusconi resta da solo a fronteggiare i “comunisti” di Achille Occhetto alla guida della (gioiosa” (e perdente) “macchina da guerra”
L’ ex cavaliere, orfano di Bettino, pensa che le cose si stessero mettendo male e che il suo appoggio ai socialisti contro i comunisti gli sarebbe potuto costare caro in termini delle sue attività commerciali e finanziarie.
Dopo un iniziale sostegno mediatico a Tangentopoli ci ripensa e nella famosa intervista all’uscita dell’ Euromercato di Casalecchio del Reno fa un inaspettato endorsement a Fini dicendo che lo voterebbe a Roma nella competizione elettorale contro Rutelli.
La sinistra comunista si scatena sul “golpe” oltretutto fatto da un odiato capitalista.
Il 26 gennaio 1994 diffonde il famoso videomessaggio:
« L'Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita, il mio mestiere d'imprenditore. Qui ho anche appreso, la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo, e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature, e da uomini legati a doppio filo, a un passato politicamente ed economicamente fallimentare.
E’ l’inizio di Forza Italia e della sua avventura politica che lo porterà ad essere più volte Presidente del Consiglio e leader della coalizione di centro – destra.
Tuttavia, il rapporto tra Berlusconi e la destra è complesso e per certi versi ancora non chiarito in quei dettagli che solo Berlusconi stesso può conoscere e speriamo che prima o poi li rivelerà.
Il Berlusconi socialista deve far riflettere.Il suo appoggio a Craxi fu fatto solo per convenienza personale e delle sue aziende oppure vi può essere individuato un sentimento genuino?
Io credo che Berlusconi sia stato un socialista genuino; un socialista “nazionale”, come intendeva Bettino il socialismo di quegli anni (ed infatti Forattini lo disegnava sempre con gli stivaloni neri del Duce in pose inequivocabilmente dittatoriali) ma pur sempre un socialismo.E la sua storia personale, della sua famiglia, fa registrare anche episodi di solidarietà durante gli anni delle persecuzioni naziste in Lombardia.
Il 25 aprile del 2009 Berlusconi partecipa ad Onna (nota per un eccidio nazista eseguito dalla Wermacht in ritirata) addirittura ad una marcia per la Liberazione con gli ex partigiani.
Del resto, come ho scritto altre volte, vi è una ambiguità stessa nel fondatore della destra moderna, Benito Mussolini; egli si dichiarò sempre “socialista” fino all’epilogo della Repubblica di Salò in cui si circondò di personaggi drammaticamente contradditori come Nicola Bombacci.
Se non si comprende questo fatto non si comprende tutta la storia (complessa) successiva della destra italiana; non per niente il partito di Almirante si chiamava Movimento Sociale Italiano (MSI).
Dunque come leggere gli ultimi fatti politici italiani alla (sommaria e solo indicativa) luce di queste brevi considerazioni?
Berlusconi sembra mostrare in sé i due aspetti della destra moderna (intendo il termine in senso tecnico in contrapposizione alla destra storica di Cavour, per intenderci): un socialismo nazionale identificabile con la destra “estrema” che convive dialetticamente (hegelianamente?) con un liberismo di stampo forse più economico che filosofico – politico.
Ecco dunque che molte delle sue oscillazioni politiche, al netto della stella polare della convenienza che l’ uomo d’affari segue sempre per istinto, diventano più chiare ed una “psicanalisi berlusconiana” dell’inconscio profondo del Cavaliere dovrebbe essere materia di studio obbligatoria per chiunque voglia avere a che fare con lui nel bene o nel male.